giovedì 5 aprile 2012

Nella cassaforte dell’ex tesoriere della Lega una cartella “The family”: i soldi per i figli di Bossi?


MILANO - Una serie di documenti, alcune fatture e una cartella denominata "the family" sono state trovate, a quanto si apprende, all'interno della cassaforte in uso a Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega al centro di una inchiesta condotta congiuntamente dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Per gli inquirenti napoletani si tratterebbe di materiale "utile ai fini investigativi".

L'attenzione degli inquirenti è concentrata soprattutto su una parte della documentazione contabile sequestrata, per verificare il sospetto che alcune somme distratte da Belsito siano state destinate a pagare spese dei familiari del leader del Carroccio, Umberto Bossi. L'inchiesta napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata ai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli.

Secondo alcune intercettazioni dei carabinieri del Noe, riportate oggi da diversi quotidiani, Belsito avrebbe parlato anche di numerose "elargizioni" ai figli di Umberto Bossi e alla vicepresidente del partito, la senatrice Rosy Mauro, con i fondi distratti dalla tesoreria della Lega. Secondo le indiscrezioni i fondi sarebbero stati usati, tra le altre cose, per pagare "i costi di tre lauree", il "diploma" del figlio di Bossi Renzo e ancora l'affitto di automobili per un altro figlio, Riccardo, fra cui una Porsche. Il tutto per una somma pari a circa 250mila euro, mentre altri 300mila sarebbero andati al Sinpa, il sindacato padano gestito dalla Mauro. Sempre secondo quanto pubblicato su alcuni quotidiani, al centro dell'interesse dei magistrati ci sarebbe anche un investimento di 6 milioni di euro fatto da Belsito su un fondo cipriota che, a sua volta, si appoggia su un fondo in Tanzania.

Belsito si è dimesso da tesoriere del Carroccio e oggi Bossi, che ha convocato il consiglio federale in via Bellerio, nominerà un nuovo tesoriere di 'specchiata onestà': tra i nomi più gettonati quelli di Bruno Caparini, bresciano, leghista della vecchia guardia, di Silvia Comaroli, deputata cremonese membro della Commissione Finanza della Camera e di Stefano Stefani, deputato, presidente Commissione Affari esteri.

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