domenica 2 novembre 2014

La sorella di Stefano Cucchi: dovranno uccidermi per fermarmi

Ilaria Cucchi
MILANO - La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, che da quel 15 ottobre 2009 si batte per conoscere la verità sulla morte del giovane, andrà avanti: "Mi devono uccidere per fermarmi", dice dopo la sentenza che ha assolto tutti gli imputati. "Non ce l'ho con i giudici di appello - aggiunge - ma adesso da cittadina comune mi aspetto il passo successivo e cioè ulteriori indagini, cosa che chiederò al procuratore capo Pignatone". Ilaria Cucchi spiega che "il prossimo passo è la Cassazione e la Corte europea. Non è finita qui. Se lo Stato non sarà in grado di giudicare se stesso, faremo l'ennesima figuraccia davanti alla Corte europea. Sono molto motivata".
Ospite a Che Tempo che fa ribadisce: "La sentenza d'appello è stata il fallimento della Procura di Roma". Aggiunge: "Le pressioni indebite ci sono state nei nostri riguardi, facendo in modo che noi subissimo un processo di primo grado lunghissimo che era principalmente un processo a Stefano; è stato un processo alla vittima".
Il 'caso Cucchi' non finisce qui". Sono le parole anche di Fabio Anselmo, legale della famiglia: "Ora aspetteremo le motivazioni della sentenza per preparare il nostro ricorso per Cassazione ma intraprenderemo anche un'azione legale nei confronti del ministero" della Giustizia, "affinchè si possa riconoscerne la responsabilità rispetto alla morte di Stefano". Secondo la difesa della famiglia Cucchi da entrambi i processi emerge che un pestaggio nelle celle del Tribunale c'è stato e quindi si chiama ora in causa il ministero della Giustizia affinché riconosca la sua responsabilità dal punto di vista di un risarcimento danni.
La famiglia, nelle more del processo d'appello, ha già ottenuto un maxi-risarcimento da 

La storia di Stefano Cucchi cominciò nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009, quando il giovane fu fermato all'ingresso del Parco degli Acquedotti perché trovato in possesso di circa 30 grammi di droga. Il giorno dopo Cucchi fu portato davanti al giudice monocratico per la convalida dell'arresto. Dopo la convalida, Cucchi fu affidato alla polizia penitenziaria e qualche tempo dopo il medico del tribunale si accorse che aveva alcune ecchimosi sulle palpebre e altre contusioni. Alle 15.45 Cucchi arrivò al Regina Coeli, ma poche ore più tardi fu trasportato all'ospedale Fatebenefratelli dove gli furono riscontrate ulteriori lesioni. Alle 23 Stefano Cucchi venne riportato in carcere, ma il giorno successivo, il 17 ottobre, fu trasportato al Pertini nel reparto protetto. La mattina del 22 ottobre Stefano Cucchi morì e da quel momento fu avviata l'indagine.

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