FIRENZE, - Con l'80% dei voti - 114 si', un no e 30 astenuti - l'assemblea cittadina del Pd ha ratificato martedì sera la ricandidatura di Matteo Renzi a sindaco di Firenze per le elezioni di maggio: non ci saranno, quindi, le primarie.
Picconate a Letta - Matteo Renzi non perde un attimo per continuare a "picconare" Enrico Letta, il governo e il resto della politica italiana. In una lettera a "La Stampa", il segretario Pd attacca ancora il premier: "Se si logora, si logora per le cose che fa. O che non fa. Non per il tentativo di altri di realizzare finalmente riforme attese da 20 anni". E ancora: "L'attuale classe dirigente assomiglia molto a Paperoga: dove tocca, sbaglia. Rompe e non paga, da troppi anni". quotidiano torinese, a firma di Luca RIcolfi, in cui si paragonavano Renzi e il suo nuovo gruppo dirigente ai nipotini di Paperino Qui, Quo e Qua, un po' saccenti, ma molto giovani e inesperti. "Qui, Quo e Qua sono molto antipatici - scrive il sindaco di Firenze - ma qualche problema lo risolvono. Paperino è più simpatico, ma non ne azzecca una".
"Con il JobsAct ho aperto la discussione sul lavoro" - Esaurita l'ironica replica, Renzi riafferma che "se facciamo la legge elettorale, la facciamo per dare una speranza agli italiani, non per logorare Letta. Se Letta si logora, è perché governa male, non perché c'è un nuovo segretario del Pd. Da parte mia, mi sento obbligato a dare una mano perché Letta governi bene: gioco nella stessa squadra". Rivendicazione anche sul discusso "JobsAct": "Ho cercato di sottrarre ai soli addetti ai lavori la discussione sull'occupazione per caricarla sulle spalle del Pd. Non si tratta infatti di materia semplicemente giuslavoristica, ma della principale sfida politica per una classe dirigente che finge di non vedere come la disoccupazione giovanile al 42% sia una sconfitta terribile per l'Italia".
Il sindaco di Firenz e i senatori Pd - Renzi spronai senatori del suo partito, nella riunione di ieri sera, rivendicando il merito di aver ''messo un po' di peperoncino ai politici romani''. E quindi ora la musica cambia: ''Dettiamo noi l'agenda stavolta: sulle nostre questioni ci facciamo sentire. Non possiamo permetterci di farci tenere sotto scacco per otto mesi, come è successo, su una vicenda come quella dell'IMU'', ha protestato Renzi.
''Dobbiamo far le cose. Il verbo fare è l'unico verbo con cui si può declinare la credibilità di una classe politica, perché - ha scandito - se tu le promesse le mantieni sei credibile, se non le mantieni bisogna che tu vada a casa come tutti gli altri''. Guarda al passato recente Renzi, per bacchettare e incalzare il governo:''Cosa ha fatto in questi 11 mesi? Dire poco è un eufemismo, e se non è stato fatto molto, qualche riflessione dobbiamo farla''. Se ad esempio ''riusciamo a mantenere gli impegni delle primarie siamo tutti felici e facciamo un monumento al governo'', ha detto il segretario Pd facendo presente che nel 2014 ''ci attende una manovra a tenaglia'' e che ''sulle nostre spalle c'è una responsabilità spaventosa e straordinaria: nessuno - ha avvisato - può sottrarsi''.
Le sfide del 2014 ''saranno numerose: amministrative, regionali, europee''. Quindi - ha ribadito - ''il lavoro dei prossimi giorni è decisivo". E non c'è spazio, a suo dire per riti sonnacchiosi come il rimpasto : ''Mi addormento solo a pensare a queste liturgie.. se il presidente del consiglio vuole cambiare qualcuno lo cambi se vuole rifare il governo lo rifaccia, può giocare con la formazione che vuole per me l'importante è il risultato: sono trapattoniano per me importante è vincere''. Ma sia chiaro - ha insistito - che la politica deve cambiare verso e inviare alla gente che non ne può più segnali chiari e inequivocabili di rinnovamento profondo: ''Per fare la riforma del lavoro bisogna essere credibili: per questo bisogna tagliare i costi della politica''. Tutti temi che certo ha affrontato anche nel colloquio di ieri al Colle. E a una domanda su come sia andato l'incontro, sorridendo Renzi si è limitato a dire: ''Bene, come sempre''.
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