ROMA - "La proposta di riorganizzazione che ci ha illustrato Electrolux non ci ha convinto". Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato al termine dell'incontro, aggiungendo che l'azienda "ha accettato di aprire un tavolo negoziale" e che ci sarà un incontro nei prossimi giorni. "Faremo un incontro con il premier Letta" ha aggiunto.
La proposta di Electrolux, ha spiegato Zanonato in un'improvvisata conferenza stampa con i presidenti delle regioni in cui si trovano gli stabilimenti del gruppo svedese, "non ci ha convinto perché imposta tutto sul costo del lavoro", mentre "noi vogliamo parlare del piano industriale". La discussione, ha proseguito, "è stata molto serrata e ha dimostrato la volontà delle istituzioni di salvaguardare l'integrità dell'azienda". Oltre al tavolo negoziale che si apre con l'azienda e che si concretizzerà in un'altra riunione "nei prossimi due o tre giorni", Zanonato ha anche annunciato un incontro con il premier Letta, con l'obiettivo di "garantire l'occupazione, il reddito dei lavoratori e gli insediamenti produttivi". Rispondendo a una domanda sugli stipendi, che nella proposta di Electrolux, secondo i sindacati, scenderebbero al livello di quelli dei colleghi polacchi, il ministro ha confermato che "è stata citata la Polonia come riferimento", ma ha aggiunto che "se si scende agli stipendi polacchi chiudiamo tutte le industrie italiane". Quanto agli esuberi, al tavolo è emerso, ha detto Zanonato, che "su 6.500 persone ci sarebbero 600 esuberi su una pianificazione di orario lavorativo di otto ore al giorno e 250 con sei ore al giorno", al netto della situazione di Porcia. Per quanto riguarda infine le possibili soluzioni, Zanonato ha parlato di "favorire la ricerca e lo sviluppo e gli investimenti a bassissimi interessi sulla filiera produttiva". Il ministro, che in questi ultimi giorni era stato accusato da più parti di aver agito con poca decisione sul tema Electrolux, ha invece rivendicato il proprio impegno, aggiungendo di aver anche "visto l'ambasciatore svedese perché facesse pressioni sulla famiglia proprietaria dell'azienda". Più ottimisti i governatori. "E' stato fatto "un passo avanti" è il commento unanime dei presidenti delle Regioni in cui si trovano gli stabilimenti del gruppo che produce elettrodomestici. In particolare Debora Serracchiani, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, dove si trova lo stabilimento di Porcia, considerato più a rischio degli altri, ha sottolineato come sia emerso "che la trattativa si fa solo con tutti e quattro gli stabilimenti".
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