ROMA - Solo il rinvio del voto ha evitato al Pd la rottura sulle regole del congresso con ricadute inevitabili sulla stabilità del governo. L'unico punto certo, ad ora, è che l'assise finirà entro novembre ma è battaglia sulla platea che eleggerà il nuovo segretario e sulla data per presentare le candidature. A forzare la mano è Dario Franceschini che propone che ''il segretario venga eletto dagli iscritti'' e non con primarie aperte, scatenando l'ira dei renziani e una saldatura con Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, i giovani turchi e Pippo Civati.
Guglielmo Epifani arriva in direzione con un unico punto di accordo: la data del congresso che finirà il 24 novembre. ''Serve una figura di segretario rivolta all'impegno prevalente del partito'', è la distinzione tra segretario e candidato premier proposta da Epifani e condivisa da Franceschini, Bersani, Fassino e da Cuperlo con dalemiani e 'giovani turchi'. Anche Letta, pur non entrando nel merito della separazione, è chiaro quando sostiene, intervenendo in chiusura di direzione, che ''serve un segretario che faccia il segretario per preparare il partito a vincere la prossima volta''. Ma se i renziani arrivavano a digerire una separazione che comunque non impedirebbe a Renzi di candidarsi alle primarie per la premiership, la chiusura del congresso agli iscritti li fa infuriare. E stavolta non sono isolati.
Andrea Marcucci avverte che così ''il Pd si prepara ad una nuova batosta elettorale'' e un altro renziano Paolo Gentiloni fa presente come ''una direzione eletta 4 anni fa sta discutendo come cambiare faccia e natura al Pd''.
Ma contro la chiusura del congresso si schierano in molti: Cuperlo chiede ''un congresso aperto e inclusivo'' e fa sapere, insieme ai 'turchi', che voterà contro; Rosy Bindi ricorda che, quando nacque il Pd ''finì il governo Prodi, non vorrei ora che sia nato un governo di necessita' e finisca il Pd''. Matteo Renzi, fedele alla promessa di 'silenzio stampa', non interviene ma li applaude. Per evitare la conta, si rinvia alla direzione di mercoledì prossimo, aprendo giorni di trattative frenetiche per evitare la rottura.
Ma contro la chiusura del congresso si schierano in molti: Cuperlo chiede ''un congresso aperto e inclusivo'' e fa sapere, insieme ai 'turchi', che voterà contro; Rosy Bindi ricorda che, quando nacque il Pd ''finì il governo Prodi, non vorrei ora che sia nato un governo di necessita' e finisca il Pd''. Matteo Renzi, fedele alla promessa di 'silenzio stampa', non interviene ma li applaude. Per evitare la conta, si rinvia alla direzione di mercoledì prossimo, aprendo giorni di trattative frenetiche per evitare la rottura.
In serata c’è un’importante presa di posizione del segretario. La platea per la scelta del segretario del Pd "non può essere solo di iscritti perché sono troppo pochi". Saranno "per esempio gli iscritti e tutti quelli che riterrano di andare a votare scrivendo una carta di sostegno" al partito dice Epifani alla festa del Pd a Roma dove ha spiegato che oltre al Congresso, il PD cerchera' "di concludere le primarie per la scelta del segretario entro novembre". "Nessuno può impedire a nessuno di candidarsi alla guida del partito, se lo vuole. Non c'e' obiezione per la guida di nessuno", ha poi detto Epifani sottolineando, in merito alla scelta del nuovo segretario, che non occorre "nessun favoritismo ma anche nessun ostacolo a chi guida oggi il Governo". E su Berlusconi e il processo Mediaset, il segretario del Pd ha spiegato che nel caso di condanna definitiva all'interdizione dei pubblici poteri da parte della Corte di Cassazione "il Parlamento non potrà fare altro che rendere applicabile la sentenza. Vale per chiunque. Ciò che ne consegue non è un problema nostro, toccherà a qualcun altro dimostrarsi leale verso la divisioni dei poteri in uno Stato di diritto".
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