ROMA - Operazione dei carabinieri del Noe che hanno effettuato sette arresti con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. In manette, fra gli altri, sono finiti il giudice del Tar del Lazio, Franco Angelo Maria De Bernardi, e l'ex presidente della Banca Popolare di Spoleto, Giovannino Antonini. Delle sette ordinanze di custodia cautelare tre sono in carcere e quattro ai domiciliari.
Secondo le prime notizie filtrate sull'operazione, i carabinieri hanno arrestato anche l'avvocato Matilde De Paola e l'uomo d'affari Giorgio Cerruti. Nell'inchiesta risultano indagati anche due alti ufficiali della Marina Militare.
Al Tar del Lazio esisteva "un articolato ed organizzato sistema di corruzione che fa capo al giudice Franco Angelo Maria De Bernardi", in servizio, fino ad alcuni mesi fa presso la sezione II quater del tribunale. Per il gip, che ha disposto per il magistrato la misura del carcere, "sussistono seri elementi in ordine al fatto che De Bernardi si sia ripetutamente accordato con diversi privati e in relazione a diversi procedimenti per alterare, dietro la corresponsione di somme di denaro, il corretto e imparziale esercizio dell'attivita' giurisdiziona1e".
In particolare, evidenzia il gip, "risulta che De Bernardi abbia svolto tale illecita attivita' di interferenza avvalendosi dell'ausilio dell'avvocato Matilde De Paola (anche lei in carcere, ndr)". Con quest'ultima il giudice amministrativo "aveva stretto un accordo corruttivo "aperto" in virtu' del quale egli, in cambio di una parte degli onorari, non solo avrebbe indirizzato alla medesima persone che a lui si rivolgevano per ottenere il suo interessamento ai procedimenti che li riguardavano, ma avrebbe altresì supportato il ricorrente mediante una fattiva collaborazione nell'attività di assistenza legale, fornendo istruzioni specifiche riguardo alla redazione degli atti apparentemente elaborati dallo studio legale, provvedendo alla loro materiale correzione e mettendo a disposizione conoscenze peculiari legate alla sua appartenenza all'ufficio decidente, e si sarebbe adoperato per utilizzare la sua collocazione presso il Tar al fine di influenzare a vantaggio del cliente l'esito dei procedimenti, sia cercando di indirizzare le cause in udienze nelle quali era prevista la sua presenza, sia svolgendo un'attivita' di sensibilizzazione nei confronti di giudici amici".
Secondo il gip Tomaselli, "le indagini hanno evidenziato l'esistenza non di isolati e occasionali casi di corruzione, ma la sussistenza di un vasto e diffuso sistema corruttivo che si è concretamente esplicato, in un intervallo temporale peraltro modesto, in numerosi episodi. E proprio tale ultima circostanza e il fatto che non solo i protagonisti della vicenda come la De Paola, ma anche personaggi ad essa, allo stato, estranei come Sandro Picciolini abbiano manifestato di ritenere lo svolgimento della funzione giurisdizionale agevolmente permeabile ad influenze ad esso esterne, manifesta, ad avviso del giudicante, come la corruzione emersa a seguito dell'attività di indagine espletata, avesse assunto un carattere organizzato e strutturato".
C'e' anche il costruttore Claudio Salini, dell'omonima impresa edile, tra gli indagati. Secondo l'accusa contenuta nell'ordinanza cautelare, il giudice amministrativo Franco De Bernardi e l'avvocato Matilde De Paola, a partire dallo scorso marzo, "accettavano, per il tramite di Francesco Clemente (agli arresti domiciliari, ndr), da ICS Grandi Lavori spa (riconducibile al Gruppo facente Capo a Claudio Salini e quindi di fatto riferibile ad attività di controllo di quest'ultimo) la promessa del pagamento di imprecisate somme di denaro".
Tutto cio' "in cambio della sua attivita' di indebito interessamento ed illecita interferenza volti ad alterare le corrette procedure di assegnazione e decisione del ricorso proposto da ICS per l'annullamento del provvedimento di assegnazione dell'appalto per la costruzione del Ponte della Scafa". "Condotta illecita - scrive il gip Maria Paola Tomaselli - in effetti concretamente posta in essere da De Bernardi mediante la predisposizione di memorie difensive ed altre condotte orientate a conseguire un esito favorevole al ricorrente, come in effetti avvenuto, con corresponsione a De Bernardi di una prima parte (euro 5.000) del compenso concordato".
Nella vicenda del ricorso di ICS Grandi Lavori spa, il gip Maria Paola Tomaselli spiega che "lo schema si ripete, con l'unica peculiarita' che, in questo frangente, il privato non contatta il giudice De Bernardi, ma e', al contrario, gia' un cliente dell'avvocato De Paola, alla quale era stato indirizzato dal di lei marito Patrizio Giuliani, amico dell'amministratore delegato della societa' Francesco Clemente".
Secondo il gip, la De Paola "ricorre al sostegno del giudice De Bernardi al fine evidente di acquisire il gruppo Salini come cliente, avendo peraltro ben compreso che Clemente l'aveva incaricata della causa, affiancandola all'avv. Musenga, proprio per giovarsi dell'intervento illecito di De Bernardi". Dal tenore delle conversazioni intercettate dagli investigatori risulta evidente, a parere del gip, che "da un canto Clemente, per conto del gruppo Salini, si rivolga alla De Paola, affiancandola a un precedente difensore, per ottenere il concreto ed illecito "interessamento" del giudice nell'ambito del Tar e che dall'altro che la De Paola, compreso il vero motivo che ha indotto Clemente a conferirle l'incarico, coinvolga De Bernardi al fine di fidelizzare il cliente e rendere stabile il rapporto". E ancora, stando al gip, "fatta salva la diversa modalita' di acquisizione del cliente, peraltro, anche nel caso del ricorso di Salini l'attività della coppia De Bernardi/De Paola si sviluppa secondo gli schemi collaudati. Il soggetto che si rapporta con la De Paola e' Clemente e De Bernardi, dopo aver palesato la propria "fattiva presenza", limita al minimo i contatti diretti con i "clienti", una volta che gli stessi abbiano incaricato il legale, limitandosi ad intervenire esclusivamente nei momenti in cui si presentino delle criticità o delle difficoltà nel rapporto con i medesimi". Quanto a Claudio Salini, si legge nell'ordinanza, "in quanto soggetto direttamente interessato dal ricorso, appare pienamente al corrente della questione e cià non solo, sotto un profilo formale, in ragione della carica sociale ricoperta, ma in relazione soprattutto al contatto diretto registratosi tra lo stesso e il giudice De Bernardi".
Al Tar del Lazio esisteva "un articolato ed organizzato sistema di corruzione che fa capo al giudice Franco Angelo Maria De Bernardi", in servizio, fino ad alcuni mesi fa presso la sezione II quater del tribunale. Per il gip, che ha disposto per il magistrato la misura del carcere, "sussistono seri elementi in ordine al fatto che De Bernardi si sia ripetutamente accordato con diversi privati e in relazione a diversi procedimenti per alterare, dietro la corresponsione di somme di denaro, il corretto e imparziale esercizio dell'attivita' giurisdiziona1e".
In particolare, evidenzia il gip, "risulta che De Bernardi abbia svolto tale illecita attivita' di interferenza avvalendosi dell'ausilio dell'avvocato Matilde De Paola (anche lei in carcere, ndr)". Con quest'ultima il giudice amministrativo "aveva stretto un accordo corruttivo "aperto" in virtu' del quale egli, in cambio di una parte degli onorari, non solo avrebbe indirizzato alla medesima persone che a lui si rivolgevano per ottenere il suo interessamento ai procedimenti che li riguardavano, ma avrebbe altresì supportato il ricorrente mediante una fattiva collaborazione nell'attività di assistenza legale, fornendo istruzioni specifiche riguardo alla redazione degli atti apparentemente elaborati dallo studio legale, provvedendo alla loro materiale correzione e mettendo a disposizione conoscenze peculiari legate alla sua appartenenza all'ufficio decidente, e si sarebbe adoperato per utilizzare la sua collocazione presso il Tar al fine di influenzare a vantaggio del cliente l'esito dei procedimenti, sia cercando di indirizzare le cause in udienze nelle quali era prevista la sua presenza, sia svolgendo un'attivita' di sensibilizzazione nei confronti di giudici amici".
Secondo il gip Tomaselli, "le indagini hanno evidenziato l'esistenza non di isolati e occasionali casi di corruzione, ma la sussistenza di un vasto e diffuso sistema corruttivo che si è concretamente esplicato, in un intervallo temporale peraltro modesto, in numerosi episodi. E proprio tale ultima circostanza e il fatto che non solo i protagonisti della vicenda come la De Paola, ma anche personaggi ad essa, allo stato, estranei come Sandro Picciolini abbiano manifestato di ritenere lo svolgimento della funzione giurisdizionale agevolmente permeabile ad influenze ad esso esterne, manifesta, ad avviso del giudicante, come la corruzione emersa a seguito dell'attività di indagine espletata, avesse assunto un carattere organizzato e strutturato".
C'e' anche il costruttore Claudio Salini, dell'omonima impresa edile, tra gli indagati. Secondo l'accusa contenuta nell'ordinanza cautelare, il giudice amministrativo Franco De Bernardi e l'avvocato Matilde De Paola, a partire dallo scorso marzo, "accettavano, per il tramite di Francesco Clemente (agli arresti domiciliari, ndr), da ICS Grandi Lavori spa (riconducibile al Gruppo facente Capo a Claudio Salini e quindi di fatto riferibile ad attività di controllo di quest'ultimo) la promessa del pagamento di imprecisate somme di denaro".
Tutto cio' "in cambio della sua attivita' di indebito interessamento ed illecita interferenza volti ad alterare le corrette procedure di assegnazione e decisione del ricorso proposto da ICS per l'annullamento del provvedimento di assegnazione dell'appalto per la costruzione del Ponte della Scafa". "Condotta illecita - scrive il gip Maria Paola Tomaselli - in effetti concretamente posta in essere da De Bernardi mediante la predisposizione di memorie difensive ed altre condotte orientate a conseguire un esito favorevole al ricorrente, come in effetti avvenuto, con corresponsione a De Bernardi di una prima parte (euro 5.000) del compenso concordato".
Nella vicenda del ricorso di ICS Grandi Lavori spa, il gip Maria Paola Tomaselli spiega che "lo schema si ripete, con l'unica peculiarita' che, in questo frangente, il privato non contatta il giudice De Bernardi, ma e', al contrario, gia' un cliente dell'avvocato De Paola, alla quale era stato indirizzato dal di lei marito Patrizio Giuliani, amico dell'amministratore delegato della societa' Francesco Clemente".
Secondo il gip, la De Paola "ricorre al sostegno del giudice De Bernardi al fine evidente di acquisire il gruppo Salini come cliente, avendo peraltro ben compreso che Clemente l'aveva incaricata della causa, affiancandola all'avv. Musenga, proprio per giovarsi dell'intervento illecito di De Bernardi". Dal tenore delle conversazioni intercettate dagli investigatori risulta evidente, a parere del gip, che "da un canto Clemente, per conto del gruppo Salini, si rivolga alla De Paola, affiancandola a un precedente difensore, per ottenere il concreto ed illecito "interessamento" del giudice nell'ambito del Tar e che dall'altro che la De Paola, compreso il vero motivo che ha indotto Clemente a conferirle l'incarico, coinvolga De Bernardi al fine di fidelizzare il cliente e rendere stabile il rapporto". E ancora, stando al gip, "fatta salva la diversa modalita' di acquisizione del cliente, peraltro, anche nel caso del ricorso di Salini l'attività della coppia De Bernardi/De Paola si sviluppa secondo gli schemi collaudati. Il soggetto che si rapporta con la De Paola e' Clemente e De Bernardi, dopo aver palesato la propria "fattiva presenza", limita al minimo i contatti diretti con i "clienti", una volta che gli stessi abbiano incaricato il legale, limitandosi ad intervenire esclusivamente nei momenti in cui si presentino delle criticità o delle difficoltà nel rapporto con i medesimi". Quanto a Claudio Salini, si legge nell'ordinanza, "in quanto soggetto direttamente interessato dal ricorso, appare pienamente al corrente della questione e cià non solo, sotto un profilo formale, in ragione della carica sociale ricoperta, ma in relazione soprattutto al contatto diretto registratosi tra lo stesso e il giudice De Bernardi".
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