giovedì 13 giugno 2013

Il governo: sul destino del parco di Istanbul si potrebbe fare un referendum, ma basta scontri

ANKARA - Anche ieri sera scontri con la polizia

ANKARA - Huseyin Celik propone il referendum sul parco
ANKARA -Il vice presidente del partito di governo AK si è detto aperto all'idea di un referendum sui piani controversi per riqualificare Gezi Park di Istanbul.
Huseyin Celik spera che il "gesto di buona volontà" possa liberare l'area, ma ha detto che chi è rimasto dovrà "affrontare la polizia".
L’azione delle forze dell’ordine contro le persone che  si battono contro l’azzeramento del parco per costruire condomini ha innescato manifestazioni più ampie a partire dal 31 maggio non solo a Istanbul ma anche nella capitale.
Durante la notte, la polizia ad Ankara ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Diplomatici europei e americani hanno espresso profonda preoccupazione per la reazione violenta della Turchia alle proteste. Non c'è ancora nessun modo per uscire dall'impasse che ha visto disordini in città idi tutto il paese per le ultime due settimane.
I dimostranti accusano il primo ministro Recep Tayyip Erdogan di voler imporre i valori islamici in uno stato laico.
L’apertura di Celik rappresenta la prima volta che il partito AK ha apertamente discusso lasciando agli elettori di decidere che cosa accadrà al parco, dove i manifestanti sono rimasti per tutta la durata della protesta. "Potremmo fare un referendum ... Nelle democrazie solo la volontà del popolo conta", ha detto
Centinaia di manifestanti si sono riuniti anche ieri sera in Piazza Taksim a Istanbul. La polizia stava  lungo i bordi della piazza e non è intervenuta.
Ieri migliaia di avvocati hanno lasciato i tribunali e indossando le loro toghe hanno marciato  per le strade per protestare contro il trattamento riservato ai loro colleghi durante le manifestazioni.
Decine di avvocati erano stati brevemente fermati a Istanbul martedì in quanto avevano espresso la loro opposizione all’intervento violento della polizia per cancellare le manifestazioni.

"I nostri colleghi che erano stati arrestati a Istanbul sono stati presi in custodia solo perché stavano leggendo un comunicato stampa - ha detto uno degli avvocati di Ankara, Mehmet Toker - Siamo qui per difendere la libertà di parola."

Nessun commento: