lunedì 4 febbraio 2013

Mps: l’ex presidente Mussari davanti al pm non parla. Testimone conferma la “banda del 5%”


SIENA - L'ex presidente della Banca Monte dei Paschi e dell'Abi, Giuseppe Mussari, è pronto a rispondere a tutte le domande dei sostituti procuratori "ma non in data odierna". Lo ha riferito il suo legale, Fabio Pisillo, spiegando che questa decisione è stata presa in considerazione dell'assenza dell'altro difensore, Tullio Padovani. Mussari è giunto in Procura, a Siena, per essere sentito nell'ambito dell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta.
L'ex dirigente si è trattenuto davanti ai magistrati soltanto per pochi minuti. Era arrivato a bordo di una Smart rossa guidata da uno dei suoi avvocati ed è uscito dopo circa mezz'ora. Secondo fonti giudiziarie, l'ex numero uno dell'istituto senese è stato sentito dai pm Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso in qualità di indagato nell'inchiesta che ipotizza i reati, fra gli altri, di ostacolo all'autorità di vigilanza e manipolazione del mercato. In particolare, i pubblici ministeri contestano a Mussari alcune operazioni "sospette" compiute dalla banca senese e soprattutto quella dell'acquisto di Antonveneta dal gruppo spagnolo Santander per un prezzo intorno al 10 miliardi, operazione che risale al 2007.
C'era "una banda del 5%" che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c'erano "pagamenti riservati" ai vertici di Mps: l'ex funzionario della banca d'affari Dresdner Antonio Rizzo, sentito a Roma dalla Gdf, ha confermato tutte le accuse nei confronti di Mps che aveva già messo in un verbale di polizia giudiziaria nel 2008. Rizzo ha dunque ribadito le sue accuse nei confronti degli ex vertici della banca e ha fatto anche i nomi dei funzionari di Dresdner che hanno partecipato alle riunioni in cui si affrontava la questione delle percentuali per i funzionari di Rocca Salimbeni. Persone che saranno adesso sentite nei prossimi giorni dalla procura di Siena che indaga sull'acquisizione di Antonveneta e sulla vicenda del derivato Alexandria. Rizzo ha anche confermato l'esistenza dei nastri - depositati a Milano già nel 2008 - sui quali avrebbe registrato le conversazioni tra lui e gli altri funzionari della Dresdner nelle occasioni in cui si parlava di Mps. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di 2-3 nastri relativi a riunioni interne alla banca d'affari alle quali ha partecipato lo stesso Rizzo. Registrazioni effettuate su suggerimento dei legali nel timore che, una volta denunciate l'anomalia relativa a Mps, nei suoi confronti potesse essere aperta una procedura di licenziamento. Nel verbale del marzo del 2008, in particolare, Rizzo citava una cena con il funzionario della Dresdner, Michele Cortese - che sarà sentito anche lui nei prossimi giorni - nella quale quest'ultimo affermava che "Baldassarri e Pontone (capo area finanza e responsabile ufficio di Londra Mps, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell'operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5% perché su ogni operazione prendevano una percentuale".

Nessun commento: