venerdì 2 novembre 2012

Il capogruppo Idv Donadi: Di Pietro come Berlusconi. Si va verso la scissione


ROMA - Antonio Di Pietro "é come Berlusconi, io con lui ho rotto definitivamente". Lo afferma all'Unità il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, che, nell'intervista al quotidiano del Pd e in una intervista a Repubblica, annuncia la sua rottura col leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. "E' lui - spiega Donadi all'Unità - che lascia il partito: siamo stati due giorni a discutere del futuro dell'Idv e intanto Di Pietro si stava muovendo in direzione contraria. Con noi parlava di rilancio del partito, poi va al Fatto quotidiano e dichiara sciolto il partito". "Non sono io che ho problemi - prosegue parlando con Repubblica - , è lui che deve chiarirsi le idee, è diventato dottor Jekill e mister Hyde, e ora mister Hyde ha fatto fuori il dottor Jekill. Io resto". Donadi intravede una scissione: "Bisogna vedere - afferma - chi resta e chi va -, ma è difficile andare avanti insieme". spiega poi di sentirsi "tradito": "ha detto che Idv è morta dopo la puntata di report però quegli schizzi di fango riguardano lui", "non può dire: io sono pulito come un bebé e guardo a Grillo". "In Sicilia - osserva poi - abbiamo sbagliato tutto correndo fuori dall'alleanza con il Pd". "Mi pare evidente - aggiunge - che Grillo e di Pietro hanno costruito insieme un percorso di cui il necrologio del partito era un passaggio". "In queste ore - annuncia Donadi all'Unità - sto organizzando un'autoconvocazione dell'esecutivo nazionale che prenda atto che Di Pietro ha scelto un'altra strada e prosegua con chi ci sta. Vorremmo portare a Roma migliaia di militanti". E' in vista un congresso? "Questa è la sfida - replica -. Io sono qui a battermi per difendere l'Idv, e lo farò finché sarà possibile".
Rincara la dose il senatore dell'IdV Pancho Pardi, secondo cui "è inaccettabile che si cambi la linea del partito con un'intervista" facendo riferimento al colloqui con il quotidiano in cui il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha sostanzialmente sconfessato le decisioni dell'Ufficio di presidenza del partito.

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