martedì 27 novembre 2012

Monti: “Il sistema sanitario potrebbe non essere garantito”. Poi frena. Ocse: forse nuova manovra


ROMA - "Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento". A lanciare l'allarme è il presidente del Consiglio, Mario Monti. "Il momento è difficile - spiega il premier -. La crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti. E il comparto medico non è stato esente né immune".
Monti è intervenuto in videoconferenza in occasione della presentazione a Palermo del progetto del nuovo Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica della fondazione Rimed. "La posta in palio - ha concluso Monti - è altissima".
Il presidente ha voluto attirare l'attenzione "sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari per contrastare l'impatto della crisi. Ciò vale, peraltro, per tutti i settori della pubblica amministrazione".
Palazzo Chigi ha voluto poi precisare quanto affermato in mattinata dal premier Mario Monti sulla situazione preoccupante del Servizio sanitario nazionale. "Le garanzie di sostenibilità del Ssn - si legge in una nota - non vengono meno. Per il futuro è però necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie".
E anche il Prodotto interno lordo non dà segnali incoraggianti, a guardare le previsioni dell'Ocse. Secondo l'Economic outlook le stime per il 2012 e il 2013 parlano di una contrazione rispettivamente del 2,2% e dell'1%, contro le precedenti previsioni, di maggio, pari al -1,7% e -0,4%. Una "crescita debole", sottolinea l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo europeo, che "metterà ulteriore pressione negativa su occupazione, salari e prezzi".
"Per il 2013 e il 2014, l'Ocse presuppone che il governo italiano riuscirà a centrare il suo obiettivo di equilibrio strutturale - dice ancora l'Ocse -. Tuttavia, date le previsioni di macroeconomiche dell'Organizzazione, sia il deficit, sia il debito pubblico continueranno ad aumentare" in questo periodo a livello nominale. L'Ocse prevede dunque per l'Italia un rapporto tra deficit e Pil al 3% nel 2012, al 2,9% nel 2013 e al 3,4% nel 2014. Grazie all'Imu e alla spending review, il deficit quest'anno dovrebbe diminuire rispetto al 3,8% del Pil segnato nel 2011, ma "sarà sopra al 2,6% del Pil previsto dal governo". Se le previsioni del'Ocse si materializzeranno, "un'ulteriore stretta dei conti pubblici dovrebbe essere necessaria per intraprendere il cammino di riduzione del debito come previsto". Il debito pubblico è stimato al 127% nel 2012, al 129,6% nel 2013 e al 131,4% nel 2014.

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