lunedì 16 aprile 2012

Lavitola avrebbe corrotto il presidente del Panama


Lavitola con  Frattini e il presidente del  Panama

NAPOLI - Valter Lavitola è in carcere a Napoli. Tra le accuse, vi è anche la corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri. Altre accuse riguardano i finanziamenti all'editoria.
Per ottenere illecitamente alcune commesse milionarie, Valter Lavitola avrebbe ricompensato con "utilità e somme di denaro in contante" il presidente di Panama Ricardo Martinelli, destinatario anche di una valigetta con del denaro, il ministro della giustizia Roxana Mendez ed altri esponenti di Governo.
Dalle fonti di prove acquisite dai pubblici ministeri di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli riguardo alle attività svolte all'estero da Lavitola, "emerge chiaramente , a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del Presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio" legato alla realizzazione di carceri modulari nello Stato dell'America centrale. Lo scrive il gip di Napoli Dario Gallo.
Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare - sei in carcere e quattro ai domiciliari - disposte dal gip di Napoli nell'ambito della nuova inchiesta che ruota attorno a Valter Lavitola. Diciannove, in tutto, gli indagati. Gli arresti in carcere sono stati disposti per lo stesso Lavitola, Vincenzo Ghionni, Angelo Capriotti, Paolo Passalacqua, Claudio Fagiano e Enzo Valori. Arresti domiciliari invece per Roberto Cristiano, Santo Antonio Bifano, Patrizia Gazzulli e per il senatore Sergio De Gregorio (per cui non è stata disposta la custodia cautelare in carcere, come scritto in precedenza). Sempre per quanto riguarda De Gregorio è stata sospesa l'esecuzione del provvedimento ed è stata trasmessa copia dell'ordinanza al Senato per l'autorizzazione all'arresto. Per altri due indagati - Filippo Giovanni Marzocco e Antonino Lauro - è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di presentarsi tutti i giorni alla polizia giudiziaria. Il gip di Napoli - che ha anche disposto il sequestro preventivo dei beni del consorzio Svemark - ha invece detto no all'arresto di Marco Amatucci (per carenza di gravi indizi), di Alfonso Tramontano e Augusto Lino (entrambi per carenza di esigenze cautelari). Indagati sono inoltre Salvatore Galiero, Bruno Pelliccio, Giustina Carignani e Antonia Gagliardi.
Nella vicenda è stato emesso anche un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti del senatore del Pdl Sergio De Gregorio. Il provvedimento è stato trasmesso al Senato per l'autorizzazione all'esecuzione. Nella nuova ordinanza si contesta ai due e ad altre quattro indagati - Antonio Bifano, Vincenzo Ghionni, Roberto Cristiano e Patrizia Gazzulli - il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l'editoria. "Mi difenderò con le unghie e con i denti" dice De Gregorio. "Non essendomi mai sottratto all'autorità giudiziaria non capisco quale necessità ci sia di questa misura cautelare" aggiunge il parlamentare napoletano.



La sorella. “Voleva 5 milioni da Berlusconi per il suo silenzio”
"Valter voleva chiedere 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi per il suo silenzio". Lo ha detto ai pm di Napoli Maria Lavitola, sorella del direttore dell'Avanti. La donna si è infatti presentata in Procura il 17 febbraio rivelando: "La moglie di Valter ha svuotato le cassette di sicurezza in banca prima della perquisizione, mio fratello aveva una talpa in tribunale". "A dire la verità ho paura di lui, mi picchiava", ha poi aggiunto.
Un vero e proprio ricatto ai danni del Cavaliere, quello che Lavitola avrebbe avuto in mente. La testimone rivela di aver incontrato nel novembre scorso una donna, Neire Cassia Pepes Gomez, che a suo dire sarebbe stata inviata in Italia dal fratello. Neire le riferì di avere con sé una lettera di Valter da consegnare ad un avvocato che avrebbe dovuto recarsi da Berlusconi per chiedergli la somma di 5 milioni di euro. Il legale, tuttavia, le disse che di questa faccenda "non voleva saperne nulla". 
"Io chiesi a Neire - ha dichiarato Maria Lavitola - a che titolo Berlusconi dovesse dare questi soldi a mio fratello e lei mi rispose che era una tattica, nel senso che se gli dava questi 5 milioni di euro andava tutto bene, mentre se non li dava Valter, una volta tornato in Italia, avrebbe avuto tutte le giustificazioni anche morali per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi".
Le rivelazioni della donna non si fermano qui. La moglie di Valter Lavitola - secondo quanto riferito ai pm durante la deposizione - avrebbe svuotato le cassette di sicurezza presso una banca romana dopo che il marito aveva saputo in anticipo di un'imminente perquisizione. "Valter è a conoscenza di quanto intendono fare gli inquirenti. Mi ha detto che in Tribunale ha qualcuno che lo aiuta e lo informa. Ad esempio lui stesso due o tre giorni prima che io subissi la perquisizione mi disse per telefono che nei giorni successivi mi sarebbero venuti a prendere e che se mi arrestavano buttavano le chiavi".
"Ricordo poi - continua Maria Lavitola - che quando il dott. Piscitelli (uno dei titolari dell'inchiesta, ndr) dispose l'apertura di alcune sue cassette di sicurezza in una banca di Roma, lui lo seppe in anticipo tanto che avvisò la moglie e la stessa le svuotò prima che fossero aperte".


I soldi a De Gregorio per lasciare l'Idv
 Il passaggio di Sergio De Gregorio dall'Idv, partito nel quale fu eletto la prima volta nel 2006, al centro destra, fu "lautamente remunerato". A rivelarlo ai pm napoletani il commercialista del senatore, Andrea Vetromile, ascoltato il 29 febbraio di quest'anno come persona informata dei fatti. "Fu Lavitola che accredito' De Gregorio presso Berlusconi - dice - De Gregorio e' ex socialista come Lavitola".Il senatore avrebbe dovuto candidarsi nel 2005 nelle liste di Forza Italia, ma Fulvio Martusciello, "che non lo vedeva di buon occhio, riusci' a farlo escludere". De Gregorio si candido' con Di Pietro e fu eletto con circa 80mila voti.
 "Una volta eletto passo' nelle fila del centro destra - spiega Vetromile - ebbene fu proprio Lavitola, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi, che concretizzo' questo accordo.
Sentivo Lavitola che caldeggiava l'operazione di passaggio...voglio precisare anche che l'accordo del passaggio venne cosi' lautamente remunerato
... (omissis). Anche il Lavitola come De Gregorio doveva traghettare quanti piu' parlamentari possibili dal centrosinistra al centrodestra".
 
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