La Montecristo nel porto di Livorno prima dell'ultima partenza |
La notizia, pubblicata sul sito internet dell'armatore, e' stata confermata da fonti della sicurezza italiane.
Sono sette gli italiani a bordo. La compagnia ha perso i contatti con la nave Montecristo stamani verso le 6,50. La 'Montecristo', che trasporta rottami di ferro, era diretta in Vietnam e proveniva dal canale di Suez. Nel golfo di Aden è stata scortata da una nave giapponese: l'attacco si sarebbe verificato appena finito il servizio di scorta.
A lanciare l'allarme è stato il comandante Diego Scussat, di Venezia. A bordo con lui anche l'ufficiale di coperta Stefano Mariotti e l'allievo ufficiale Luca Giglioli, entrambi livornesi. Sono originari di Sardegna, Emilia Romagna, Campania e Trentino Alto Adige, invece, i membri del team di sicurezza.
A lanciare l'allarme è stato il comandante Diego Scussat, di Venezia. A bordo con lui anche l'ufficiale di coperta Stefano Mariotti e l'allievo ufficiale Luca Giglioli, entrambi livornesi. Sono originari di Sardegna, Emilia Romagna, Campania e Trentino Alto Adige, invece, i membri del team di sicurezza.
Secondo quanto reso noto dalla compagnia, nell'ultima comunicazione il comandante ha comunicato di aver messo in atto le procedure di sicurezza dopo l'attacco da parte di cinque pirati armati a bordo di una barca. Sulla Montecristo ci sono 23 persone: italiani, ucraini e indiani. L'equipaggio vero e proprio è di 20 persone, le altre tre sono le guardie.
Risula a SomaliaReport che tutti i marinai si sono rinchiusi nella "cittadella" della nave, ad esclusione di alcune guardie disarmate che sono rimaste all'esterno. I pirati avrebbero sparato un solo colpo di granata prima di dare l'assalto alla nave che avrebbe spento il motore principale. L'attacco sarebbe avvenuto alle 04:54 (ore 06:54 in Italia) alle coordinate geografiche 12° 34.67N 061° 48.86E, a circa 620 miglia a est della Somalia.
Sono state avvisate le famiglie degli italiani a bordo della Montecristo. Lo ha reso noto un portavoce della Compagnia D'Alesio. La Montecristo o altre navi della compagnia livornese non erano mai state oggetto di attacchi da parte di pirati e la nave attaccata oggi non faceva sempre la stessa rotta.
La nave italiana è la prima portarinfuse, ovvero nave da carico (bulk carrier) per trasporto materiali non liquidi, della speciale classe Supramax della Dalmare Spa. La consegna all'armatore toscano Antonio D'Alesio da parte dei cantieri coreani Hyundai Mipo è avvenuta il 10 giugno di quest'anno. E' lunga 188 metri ed alta 32. E' dotata di cinque stive e di quattro gru per la movimentazione del carico e può operare in qualunque porto internazionale.
Battezzata con il nome dell'isola dell'arcipelago Toscano, Montecristo, è impiegata sulle grandi rotte internazionali per la movimentazione di carichi di minerali, carbone e grano. E' dotata di cinque stive e di 4 gru per la movimentazione del carico, e può operare in qualunque porto internazionale.
E adesso sono tre le navi italiane sequestrate
Con la Montecristo, sequestrata oggi, diventano tre le navi italiane tuttora nelle mani dei pirati somali. La "Savina Caylyn", petroliera della societa' "Fratelli D'Amato", e' stata attaccata e catturata l'8 febbraio scorso: a bordo vivono 5 italiani e 17 indiani, in precarie condizioni igieniche e sottoposti in piu' occasioni a maltrattamenti. Per il loro rilascio e' stato richiesto un riscatto, ma le trattative si sarebbero interrotte dopo alcune settimane essendo troppo alta la distanza tra le parti: da qui le proteste dei familiari, che lamentano di essere stati abbandonati e che in una recente manifestazione davanti alla sede della compagnia armatrice a Napoli hanno paventato una "virtuale condanna a morte" per i loro congiunti. In una delle ultime, drammatiche telefonate il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera ha invocato "Fate presto. Ormai lo stremo delle forze e' superato da un pezzo".
Notizie ancora piu' frammentarie riguardano la cisterna "Rosalia D'Amato" della Perseveranza Spa di Navigazione Napoli, catturata il 21 aprile: a bordo 21 uomini di equipaggio, 6 italiani e 15 filippini. Anche in questo caso le trattative sarebbero bloccate da mesi.
Secondo i dati diffusi dal Maritime Security Review, le navi di varia nazionalita' ostaggio dei pirati sono piu' di 30.
E adesso sono tre le navi italiane sequestrate
Con la Montecristo, sequestrata oggi, diventano tre le navi italiane tuttora nelle mani dei pirati somali. La "Savina Caylyn", petroliera della societa' "Fratelli D'Amato", e' stata attaccata e catturata l'8 febbraio scorso: a bordo vivono 5 italiani e 17 indiani, in precarie condizioni igieniche e sottoposti in piu' occasioni a maltrattamenti. Per il loro rilascio e' stato richiesto un riscatto, ma le trattative si sarebbero interrotte dopo alcune settimane essendo troppo alta la distanza tra le parti: da qui le proteste dei familiari, che lamentano di essere stati abbandonati e che in una recente manifestazione davanti alla sede della compagnia armatrice a Napoli hanno paventato una "virtuale condanna a morte" per i loro congiunti. In una delle ultime, drammatiche telefonate il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera ha invocato "Fate presto. Ormai lo stremo delle forze e' superato da un pezzo".
Notizie ancora piu' frammentarie riguardano la cisterna "Rosalia D'Amato" della Perseveranza Spa di Navigazione Napoli, catturata il 21 aprile: a bordo 21 uomini di equipaggio, 6 italiani e 15 filippini. Anche in questo caso le trattative sarebbero bloccate da mesi.
Secondo i dati diffusi dal Maritime Security Review, le navi di varia nazionalita' ostaggio dei pirati sono piu' di 30.
Nessun commento:
Posta un commento