Antonio Verrecchia |
L'appello in diretta alla trasmissione a "Chi l'ha visto?". La "Savina Caylyn" è stata sequestrata dai pirati al largo delle coste somale l'8 febbraio.
Tra gli ostaggi ci sono anche 5 marinai italiani. Per il rilascio del mercantile è stato richiesto un riscatto. Il direttore di macchine, Antonio Verrecchia, ha descritto le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere gli ostaggi.
Condizioni che sono ancora più dure per gli altri marittimi italiani che sono stati trasferiti sulla terraferma e che rischiano di essere usati come scudi umani: Giuseppe Lubrano Lavadera, di Procida, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, di Procida e Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, di Piano di Sorrento. Dalla Somalia è arrivata anche la testimonianza di Eugenio Bon, di Trieste: "Quando si avvicinano le unità militari in pattugliamento, specialmente gli elicotteri, i pirati si innervosiscono e per noi si fa ancora più dura", ha detto il primo ufficiale di coperta della petroliera sequestrata.
Tra gli ostaggi ci sono anche 5 marinai italiani. Per il rilascio del mercantile è stato richiesto un riscatto. Il direttore di macchine, Antonio Verrecchia, ha descritto le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere gli ostaggi.
Condizioni che sono ancora più dure per gli altri marittimi italiani che sono stati trasferiti sulla terraferma e che rischiano di essere usati come scudi umani: Giuseppe Lubrano Lavadera, di Procida, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, di Procida e Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, di Piano di Sorrento. Dalla Somalia è arrivata anche la testimonianza di Eugenio Bon, di Trieste: "Quando si avvicinano le unità militari in pattugliamento, specialmente gli elicotteri, i pirati si innervosiscono e per noi si fa ancora più dura", ha detto il primo ufficiale di coperta della petroliera sequestrata.
Nessun commento:
Posta un commento