lunedì 10 ottobre 2011

L’abominevole uomo delle nevi? C’è e sta in Siberia. Alcuni scienziati russi dicono di averne le prove


Una foto "storica" di uno yeti, scattata nel 1967

MOSCA - E' Yeti-mania in Siberia. Un team scientifico internazionale sostiene di essere in possesso di "prove irrefutabili" dell'esistenza dell'abominevole uomo delle nevi nella regione russa di Kemerovo, in Siberia. L'ha annunciato oggi l'amministrazione regionale durante un convegno internazionale che si è concluso nella città che è un grande centro industriale della regione, con la partecipazione di antropologi e ominologi di Stati Uniti, Canada, Mongolia, Svezia, Estonia, Cina. 
"Durante una spedizione nella grotta Azasskaya, i partecipanti hanno raccolto delle prove inconfutabili che dimostrano che l'uomo delle nevi vive nella Shoria montagnosa", ha spiegato il comunicato diffuso nella serata di ieri, basandosi sulle osservazioni fatte dai ricercatori . "Delle impronte dell'uomo delle nevi, la sua presunta tana, i marcatori col quale demarca il suo territorio sono stati individuati. In una delle impronte scoperte, lo scienziato russo Anatoli Fokin ha trovato dei peli appartenenti potenzialmente allo yeti". In effetti nella grotta e sul monte Karatag sono state trovate capanne, con una specie di letto e alberi rotti per indicare la strada. Ha detto Fokin: "Questi segnali sono cosi’ evidenti che noi ci siamo convinti che questa sia l’area della sua abitazione. Tutti i materiali raccolti saranno studiati attentamente, a Mosca e a Pietroburgo. Se le prime analisi daranno risultati confortanti, i reperti passeranno agli scienziati di Novosibirsk per lo studio del DNA". 

Aggiunge Igor Burzev, direttore del Centro internazionale di ominologia: "Nella caverna abbiamo trovato due orme, una molto chiara e l'altra imprecisa. Comunque era evidente che non appartengono all'uomo, ma a un omiide come dimostrano i segni delle dita molto larghe  con i capillari in rilievo".


Le autorità di Kemerovo, evidentemente allettate dalle prospettive turistiche che presenterebbe il fatto di ospitare una tale personalità sul proprio territorio, affermano di essere certi al 95 per cento della presenza dell'abominevole nella regione. E tutto questo mette ancora sotto pressione l'Università di Kemerovo, che ha rifiutato in passato di aprire un centro per lo studio sullo yeti e che ora potrebbe essere costretta a tornare sui suoi passi.

Il governatore di Kemerovo, d'altro canto, l'ha detto con un certo candore: quel che gli importa non è "l'esistenza" dello yeti, ma la quantità di turisti che potrà portare nella Shoria, che è parte della grande catena montuosa degli Altai.

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