Aicha Mesrar |
ROVERETO (Trento) -Aicha Mesrar ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio comunale della città trentina, dove sedeva da quattro anni e mezzo per il Pd. Lo riferisce L’Adige. Un addio a Pa Rovereto, all'Italia. «I miei figli sono già all'estero. Inizieremo una nuova vita in un altro Paese europeo. Quale? Non intendo dirlo». Di orgine marocchina, cittadina italiana, 45 anni, moglie e madre, mediatrice culturale, in Italia da 25 anni, attiva nel volontariato, figura di riferimento della comunità islamica lagarina, punto di congiunzione tra le istituzioni e una fetta sempre più consistente della popolazione cittadina, Aicha Mesrar lascia per le minacce di matrice razzista ed islamofobica ricevute nell'arco degli ultimi due anni. Minacce violente, arrivate attraverso una decina di lettere anonime, in cui i precisi riferimenti personali alla famiglia del consigliere avevano indotto da subito gli investigatori a prendere molto sul serio la faccenda, predisponendo adeguati sistemi di protezione. «Ringrazio le persone del commissariato di Rovereto per la professionalità e l'attenzione che hanno dimostrato, come sempre, anche nel gestire la mia vicenda. Ma non puoi vivere sotto scorta per sempre. Soprattutto a Rovereto».
Aicha Mesrar era, fino all'altroieri, la delegata del sindaco Andrea Miorandi per «l'incarico speciale per la promozione di "Rovereto città aperta al mondo"». Un incarico importante, nel quale ha investito energie e tempo, e che l'aveva portata agli onori delle cronache (anche nazionali), che alla prima consigliera di origine straniera sui banchi di Palazzo Pretorio - con il velo - avevano a suo tempo riservato dello spazio. Un incarico il cui titolo oggi, alla luce di un pessimo epilogo, suona come una beffa.
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