lunedì 10 febbraio 2014

Allarme in Europa per il sì al referendum anti immmigrati in Svizzera

LUGANO - Il risultato del referendum in Svizzera solleva ''notevoli problemi'' secondo Berlino. ''Il governo tedesco rispetta l'esito del referendum - ha detto oggi il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert - ma dal nostro punto di vista solleva problemi notevoli''.
A questo punto "si dovranno tirare le conseguenze politiche e giuridiche" con l'Ue, ha detto Seibert. "Nostro interesse - ha sottolineato il portavoce - deve anche essere mantenere il rapporto fra Ue e Svizzera più stretto possibile".
"L'impatto" del referendum svizzero sulla libertà di circolazione "si sta valutando, anche in termini quantitativi" ma "è molto preoccupante sia per quanto riguarda l'Italia, ma anche per gli altri accordi con la Ue", tra cui quelli fiscali. Lo ha detto il ministro degli esteri Emma Bonino. La questione sara' discussa oggi dal Consiglio Ue.
C'è preoccupazione nel Verbano-Cusio-Ossola, da dove ogni giorno 5 mila italiani varcano il confine per recarsi al lavoro in Svizzera, nei cantoni del Ticino e del vallese. ''E' un referendum che ci penalizza ma che l'Unione Europea ritiene illegale visto che la Svizzera ha firmato con l'Europa accordi sul libero scambio. Il problema è che in Svizzera per screditarci, accomunano i frontalieri ai clandestini''. Così Antonio Locatelli, presidente dei frontalieri del Vco. Non piace l'esito del referendum che ha visto gli svizzeri votare per una riduzione degli stranieri che lavorano oltre confine. ''I primi segnali che ci preoccupano - aggiunge Locatelli - sono gli annunci per le richieste di lavoro, sui quali già vengono inserite preferenze per chi parla le lingue nazionali o per chi è domiciliato oltre confine''.
L'esito era già previsto sul filo del rasoio. Globalmente, la Svizzera francofona ha tendenzialmente votato contro l'iniziativa, mentre in Ticino e nei Cantoni di lingua tedesca la maggioranza ha votato a favore.

Un sì alla quote sugli immigrati comunitari in Svizzera ''rischia di essere sfruttato'' dai populisti in vista delle elezioni europee di fine maggio. Lo teme il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che lo ha detto in una intervista pubblicata oggi dal domenicale svizzero NZZ am Sonntag, citata dal Financial Times online. ''Temo che un sì in Svizzera possa scatenare un nuovo dibattito sulla libera circolazione delle persone in seno alla Ue'', aggiunge il candidato alla presidenza della Commissione europea. L'Ft ricorda ricorda che un eurodeputato conservatore britannico, David Campbell Bannermann, ha chiesto la definizione di quorte da ogni singolo paese comunitario se la Gran Bretagna deciderà di lasciare l'Unione nel 2017.

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