ROMA - Assumendosi l'onere del governo Renzi sa che corre "un grosso rischio". Perché i problemi dell'Italia sono tanti ed endemici e c'è "bisogno di un tempo più lungo" per risolverli. A dirlo, ospite di 'In Mezzora' di Lucia Annunziata il braccio destro del premier, Graziano Delrio, nominato sottosegretario alla Presidenza del Consgilio, che traccia anche le linee di azione del nuovo governo, sottolineando che dovrà "dimostrare con i fatti di essere all'altezza". "Abbiamo messo in campo una squadra seria, persone che daranno un contributo importante nel merito delle questioni", dice. Ma il suo nome era davvero in pista per l'Economia? "Qualcuno, anche Matteo, diceva di sì. Ma io non mi sono mai sentito in corsa, uno come lui che ha 39 anni ha bisogno di uomo vicino con grande credibilità internazionale".
Rispetto 3%, giù cuneo, no patrimoniale, no licenziamenti P.a. - Intanto, assicura Delrio, "non vogliamo sforare il 3%, non ha senso" e, tra l'altro, "c'è un 3% del nostro Pil che non stiamo rispettando, quello da reinvestire in ricerca e sviluppo. Vogliamo andare in Europa dicendo che non siamo l'Italia che annuncia ma che fa". E "intendiamo certamente aumentare seriamente il taglio del cuneo fiscale. Pensiamo di ricavare risorse in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali". E quanto alla Pubblica amministrazione, il tema - assicura - "non è tagliare, ma renderla più efficiente. Non credo che in questo momento il Paese si possa permettere di licenziare".
No patrimoniale, si valuta tassazione rendite finanziarie - Niente patrimoniale, assicura sempre Delrio. Discorso diverso per le rendite finanziarie, perché "c'è una parte non in linea con la tassazione che c'è in Europa e questo per reperire più soldi va valutato". "Se una signora anziana ha messo da parte 100 mila euro in Bot - è l'esempio - non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo".
Conflitto di interessi - Nel menù del governo anche il conflitto di interessi perché "quando dico che vogliamo far diventare Italia un Paese modello" significa anche che "abbiamo bisogno di una legge sul conflitto di interessi, è una cosa che il Paese merita".
Riforme o non temiamo urne - Altro capitolo le riforme. L'Italicum, dice Delrio, non è stato congelato come ha detto Algano. E in ogni caso "se il Parlamento ci sta" a fare le riforme "bene. Sennò - chiarisce - non è certamente Renzi che ha paura delle urne". "Se la gente deciderà che le nostre riforme sono sbagliate o troppo forti, torneremo a dare la parola al popolo".
Nessuno defenestrato - Quanto alla fine del governo Letta "non abbiamo defenestrato nessuno, è stata semplicemente una lettura diversa di diversi contesti. Nessun complotto di potere e nessun giudizio personale".
Porte aperte per Gratteri consulente - E su Nicola Gratteri: "E' una figura di speranza per la gente comune. Sa, e glielo ho confermato anche stamattina , che se vorrà essere consulente del premier per la criminalità le porte di palazzo Chigi per lui sono sempre aperte". Gratteri era in corsa per il governo dice ancora Delrio ma "c'era problema molto serio che non avevamo valutato, una grossa ingenuità. Il fatto che un magistrato non vada al ministero della Giustizia è una regola che è impossibile da eludere".
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