ROMA - Il governo ha incassato la fiducia della Camera con 427 sì e 167 no, sul “decreto del fare”. L'opposizione, però, conferma la scelta dell'ostruzionismo: sono infatti 251 gli ordini del giorno sul decreto presentati da M5S, Sel e Lega. Il timore di maggioranza e governo è che la discussione e il voto di ratifica, che avvengono dopo la fiducia, richiedano parecchie ore, il che lascia presagire una seduta fiume della Camera che potrebbe far slittare la votazione sul testo in notturna o nei prossimi giorni. In un calendario già molto pieno, si rischia così di rallentare anche diversi provvedimenti calendarizzati in Aula e stessa la legge anti-omofobia.
Quello di oggi sul decreto che contiene provvedimenti per rilanciare l'economia è il secondo voto di fiducia per l'esecutivo in carica, dopo quello sui provvedimenti relativi all'Ilva di Taranto. La richiesta è venuta da Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento, che l'ha motivata con la presa d'atto dell'impossibilità di arrivare a un rapido accordo con tutti i partiti a causa dei molteplici emendamenti presentati e con la necessità di evitare un ingorgo legislativo "dato il calendario previsto prima della pausa estiva, con sei decreti da convertire e diversi provvedimenti importanti da approvare".
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