lunedì 3 giugno 2013

Maxitruffa da 22 milioni all’Inps, indagato anche il senatore Di Biagio (Scelta Civica)

Il senatore Aldo Di Biagio
ROMA - Risulta indagato anche il senatore Aldo Di Biagio (Scelta Civica per l'Italia), nella maxi truffa da 22 milioni di euro ai danni dell'Inps e del Ministero della Giustizia. L'accusa è associazione per delinquere. Gli arrestati sono quattro: le manette sono scattate per gli avvocati Nicola Staniscia e Gina Tralicci e per un'impiegata dell'Enas in Croazia, Adriana Mezzoli. Ai domiciliari la collaboratrice di studio legale, Barbara Conti.
 Il Gip scrive che il senatore Aldo Di Biagio ha preso parte al sistema fraudolento. Il parlamentare "è risultato direttamente beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari".
 "Non ho capito nemmeno io di che cosa si tratta: mi inquisiscono per aver promosso una causa, quindici anni fa, quando ero responsabile del patronato Enas. Io sono sereno, aspetto solo di conoscere i dettagli di questa vicenda". Lo ha detto il senatore. "La mia attività in Scelta Civica, comunque, non c'entra assolutamente nulla", ha concluso. Uomo molto vicino a Fini, Di Biagio è stato capo ufficio Relazioni internazionali dell'allora ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, ed è stato dirigente del sindacato Ugl. In questa legislatura è stato eletto tra gli italiani all'estero nella circoscrizione Europa.
Le indagini hanno permesso di scoprire un'organizzazione, con basi in Argentina e Croazia, che sarebbe stata composta dal senatore Di Biagio, da avvocati e collaboratori di un professore universitario dedito all'attività forense e da un funzionario di banca. La truffa consisteva nell'effettuare ricorsi, avverso l'Inps, per ottenere  oneri, pensioni e contributi per conto di centinaia di persone residenti all'estero che non ne sapevano nulla o, addirittura, erano decedute. 

L'associazione avrebbe poi investito parte dei milioni di euro incassati nell'acquisto di una lussuosa villa a Cortina d'Ampezzo e di immobili di pregio a Roma e parte li avrebbe versati su conti corrente aperti in Svizzera, Lussemburgo, Gran Bretagna e Panama, tramite società fiduciarie.

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