ROMA - “Certo che sono fiducioso sia sull'abolizione che sulla restituzione. Non sosterremmo un governo che non attua queste misure nè lo sosterremmo dall'esterno. Abbiamo preso un impegno con gli elettori e vogliamo mantenerlo". Così Silvio Berlusconi, arrivando in Senato a proposito dell'Imu.
La posizione di Berlusconi è confermata dal presidente dei deputati del Pdl, Renato Brunetta. "Capiamo i problemi del Pd all'indomani del voto di fiducia al governo Letta, un governo, cioè, presieduto da un rappresentante di quel partito, ma ricordiamo che i patti devono essere onorati. E gli accordi presi in tema di Imu fanno esplicito riferimento all'eliminazione totale dell'Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole a partire dal 2013 e alla restituzione degli importi versati a tal titolo dalle famiglie italiane nel 2012".
53 sì alla Camera, 233 al Senato, Enrico Letta fa il peno di voti in Parlamento potendo contare su una maggioranza schiacciante. A Montecitorio, il premier poteva arrivare a 455 voti, ne ha persi due per strada, uno era di Giuseppe Civati, il 'frondista' del Pd. I democratici alla fine hanno retto dando l'ok al nuovo esecutivo insieme a Pdl, Scelta civica e gruppo misto. I 20 leghisti si sono astenuti. E si sommano ai 154 no di M5S, Sel e Fratelli d'Italia.
Al Senato, l'esecutivo dell'ex numero 2 del Pd poteva contare su una 'base' di 239 voti ( 'teoricamente' 242 se si inseriscono i nomi del presidente Pietro Grasso che non ha votato, come da tradizione per i presidenti delle Camere, e i due senatori a vita, Andreotti e Ciampi, che non si presentano a Palazzo Madama da tempo. Ne ha presi dunque 6 in meno. 59 i noti, 18 gli astenuti.
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