ROMA - "Ringrazio Giorgio Napolitano per lo spirito di dedizione con cui ha accettato la rielezione al Quirinale". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, aprendo il discorso con cui chiede la fiducia al suo governo alla Camera. "Da lui è arrivata una scelta eccezionale, perché tale è il momento che vivono l'Italia e l'Europa". Quella che viviamo, ha aggiunto Letta, è una delle "stagioni più complesse e dolorose" della storia repubblicana.
Dopo aver ringraziato Napolitano, il premier nel suo discorso di presentazione del governo alle Camere ha ringraziato anche, ricordandone il ruolo, Pier Luigi Bersani. Quasi tutta l'aula lo applaude, soprattutto i parlamentari del Pd, e l'ex segretario democratico fa il segno di vittoria con le dita della mano, guardando Letta e sorridendo.
L'Imu, l'Iva, il lavoro, le riforme, i giovani, la crescita sono nella sua agenda, illustrata nel discorso.
L'Imu, l'Iva, il lavoro, le riforme, i giovani, la crescita sono nella sua agenda, illustrata nel discorso.
"Superare il sistema Imu" - "La prima verità è che la situazione economica dell'Italia è ancora grave, il debito pubblico grava come un macinio sulle generazioni presenti e future, il grande sforzo di Monti è stato la premessa della crescita", ha aggiunto Letta. E poi ha annunciato che a giugno ci sarà lo stop del pagamento dell'Imu: bisogna "superare l'attuale sistema sulla tassazione" per la prima casa "intanto da subito con lo stop sui pagamenti di giugno" per permettere al Parlamento di attuare una "riforma complessiva" del sistema di imposte.
"Governo europeo ed europeista" - Enrico Letta ha poi ribadito la scelta europea ed europeista del suo governo e ha annunciato da domani la vista a Bruxelles, Parigi e Berlino. "Nelle sedi europee individueremo le strategie per arrivare alla crescita senza compromettere il risanamento della finanza pubblica, l'Ue è in crisi di legittimità proprio quando i cittadini ne hanno bisogno", ha spiegato durante il suo intervento programmatico.
"Riduzione fiscale senza indebitamento" - "La riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo continuo e a tutto campo" di questo governo, ha continuato il presidente del Consiglio. "Di solo risanamento l'Italia muore - ha detto - ma il mantenimento degli impegni presi con il Def è necessario ad uscire quanto prima dalle procedure di disavanzo eccessivo e recuperare spazi di manovra per i vincoli che dobbiamo rispettare". Il governo, ha aggiunto il presidente del Consiglio, introdurrà "misure di controllo e di sanzioni anche sui gruppi regionali".
"Ora crescita e coesione, l'Italia può farcela" - "Parlerò con il linguaggio sovversivo della verità per avere le spalle larghe e solide per reggere e far fronte al giudizio del Parlamento", ha quindi affermato Letta per poi tonrare sull'economia. "Senza crescita e coesione l'Italia perde, ma il Paese può farcela. Ma per ripartire dobbiamo essere tutti motori di questa nuova energia. Sarà l'architrave dell'esecutivo essere seri e credibili sul risanamento dei conti pubblici".
"Priorità è il lavoro, scioglieremo nodo esodati" - Entrando nel dettaglio dei punti programmatici, Letta ha affermato: "Bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine, aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari". E poi: "Vogliamo ridurre le tasse sul lavoro: quello stabile, quello sui giovani e sui neo assunti. Bisogna inoltre lavorare per arrivare ad una rinuncia dell'inasprimento dell'Iva". Riguardo agli esodati, Letta ha spiegato che "la soluzione strutturale a questo tema è un impegno prioritario".
"Equitalia non spaventi" - "Basta sacrifici per i soliti noti: questo significa ferrea lotta all'evasione, ma senza che la parola Equitalia faccia venire i brividi alla gente". Così il premier nel suo intervento alla Camera. La lotta alla corruzione e tutto il tema della giustizia, ha affermato, sono alcune delle priorità del governo. Solo così tornerà la fiducia da parte dei cittadini e degli imprenditori nella giustizia italiana. Letta ha anche fatto riferimento alla situazione carceraria "intollerabile".
"Reddito minimo per famiglie bisognose" - "Dobbiamo rilanciare il welfare tradizionale europeo, il nostro modello non basta più, deve essere più universalistico e meno corporativo aiutando i più bisognosi, migliorando gli ammortizzatori sociali estendendoli ai precari". "Si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli e proposte di incentivi con part time misti e con la staffetta per la parallela assunzione di giovani".
"Abolire il finanziamento pubblico ai pariti" - Altro punto importante del discorso di Letta è il finanziamento pubblico dei partiti. "Il sistema - ha detto - va rivoluzionato", partendo dalla abolizione della legge in vigore. Allo stesso tempo è però importante "attuare quella democrazia interna ai partiti" prevista dalla Costituzione. "Serve una riforma che avvicini cittadini alle istituzioni con principi di democrazia governante, la possibilità di superare il bicameralismo paritario e evitare ingorghi come quello appena sperimentato", ha aggiunto.
"Stop agli stipendi dei ministri-parlamentari" - Per ridare credibilità alla politica, ha poi aggiunto, "bisogna ricominciare con la decenza, la sobrietà, lo scrupolo e la banalità della gestione del padre di famiglia. Ognuno deve fare la sua parte e a questo fine il primo atto del governo sarà eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità". Qui anche il M5S applaude.
"Possibile una riforma radicale della Costituzione" - "La via è stretta, ma possibile per una riforma anche radicale del sistema" politico-istituzionale attraverso una riscrittura della Costituzione e "sarebbe bene che il Parlamento adottasse le sue decisione sulla base delle proposte formulate dalla Convenzione". Lo ha detto il premier Enrico Letta nel discorso a Montecitorio.
"Diciotto mesi per le riforme" - Letta ha dettato anche i tempi per le riforme. "La Convenzione - ha chiarito - deve avviare i lavori sulla base degli atti di indirizzo del parlamento. L'unico sbocco possibile è il successo. Tra 18 mesi verificherò se il progetto delle riforme si avvia verso un porto sicuro. Se invece si impantana tutto, ne trarrò le conseguenze". Da subito, sottolinea, abolire le Province.
"La legge elettorale va cambiata" - La riforma della legge elettorale non serve "solamente per avere una maggioranza sufficientemente ampia e coesa in grado di garantire governi stabili, ma anche per restituire legittimità" alla politica, ha poi aggiunto. "Sono certo che le forze politiche saranno in grado di trovare ottime soluzioni", ma lasciatemi fare una riflessione personale: "Migliore della legge attuale sarebbe almeno il ripristino della legge elettorale precedente".
Letta ricorda i Cc feriti nella sparatoria - Nel discorso del premier c'è spazio anche per la questione marò. "Lavoreremo per trovare una soluzione equa e rapida per i fucilieri italiani che consenta loro di ritornare rapidamente". Letta ha rivolto un pensiero anche ai carabinieri feriti nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Le difficoltà sociali rischiano "di tramutarsi in rabbia e conflitto come dimostra lo sconcertante fatto avvenuto ieri. Sono stato impressionato dalla forza e dalla fermezza della figlia Martina. Il Parlamento si stringe a lei in un momento cosi' doloroso", ha detto, mentre scrosciava un applauso unanime.
Finito il discorso, i Pd e i Pdl tutti in piedi - Quando il presidente del Consiglio Enrico Letta termina il suo discorso tutti i deputati degli schieramenti che sostengono il governo, soprattutto Pd e Pdl, si alzano in piedi per battere le mani. Restano invece immobili al proprio banco i parlamentari del Movimento 5 Stelle, quelli di Sel e parte dei parlamentari del Carroccio.
Finito il discorso, i Pd e i Pdl tutti in piedi - Quando il presidente del Consiglio Enrico Letta termina il suo discorso tutti i deputati degli schieramenti che sostengono il governo, soprattutto Pd e Pdl, si alzano in piedi per battere le mani. Restano invece immobili al proprio banco i parlamentari del Movimento 5 Stelle, quelli di Sel e parte dei parlamentari del Carroccio.
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