Giuseppe Spinelli |
MILANO - Uno stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, è stato sequestrato, giorni fa, in casa sua, per 11 ore, insieme alla moglie, da alcuni malviventi che hanno chiesto tramite lui 35 milioni di euro in cambio di documentazione che, a loro dire, sarebbe stata utile all'ex presidente del Consiglio nel processo sul Lodo Mondadori. La Polizia di Stato, a seguito di una serrata indagine, ha eseguito sei arresti e perquisizioni.
Il sequestro lampo è avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre. Secondo quanto denunciato, i malviventi, dicendosi in possesso di documentazione in grado di ribaltare la sentenza civile d'Appello del "lodo Mondadori", chiedevano che Berlusconi consegnasse in cambio 35 milioni di euro. Decine di agenti della polizia stanno eseguendo in varie città italiane arresti e perquisizioni disposte dalla dda di Milano.
Sono Giuseppe Spinelli e la moglie le vittime del sequestro lampo. Giuseppe Spinelli, classe 1941, è ritenuto il tesoriere di Silvio Berlusconi e suo uomo di fiducia, oltre che consulente per anni di Veronica Lario, l'ex consorte. Da molti viene considerato uno degli uomini più potenti e vicini al Cavaliere. Nei processi è anche emerso un suo ruolo centrale nel pagare alcune delle ragazze (le “Olgettine)) a cui il Premier, in alcune occasioni, aveva deciso di elargire somme di denaro. Famoso l'episodio in cui, la mattina del 14 gennaio 2011, i pm che indagano sul caso Ruby si presentarono alla porta dei suoi uffici milanesi per perquisirli, e si sentirono rispondere che non potevano farlo perché lo studio aveva la tutela della segretaria politica di Berlusconi.
La Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Milano, ha eseguito in relazione a questa vicenda sei arresti e numerose perquisizioni. Spinelli, sentito dai pm, ha raccontato che i rapitori gli hanno proposto anche un filmato in cui sarebbe stato ripreso Gianfranco Fini a colloquio con i giudici del lodo Mondadori, chiedendo aiuto "per mettere in difficoltà Berlusconi". Ma di questo cd, da quanto si apprende, non c'è traccia e non è mai stato trovato dagli inquirenti.
Secondo la ricostruzione degli investigatori il ragioniere e la moglie sono rimasti nelle mani dei rapitori per 11 ore, dalle 22 del 15 ottobre, alle 9 del giorno successivo. Spinelli è stato aggredito mentre rincasava, appena la moglie gli ha aperto la porta, nella sua residenza a Bresso. Erano circa le 22 e l'uomo è stato travolto e spinto dentro casa da Francesco Leoni, regista della banda, composta da sei persone, e due dei tre albanesi che ne facevano parte. Ma è probabile che l'altro albanese e gli altri due italiani fossero nei pressi per dare supporto logistico.
I sei arrestati |
In manette sono finiti Francesco Leone, un pregiudicato pugliese di 51 anni, specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, di 34 anni, residente a Olevano Romano (Roma), pregiudicato, e Alessio Maier, di 46 anni, residente a Malnate (Varese), anch'egli con precedenti. Oltre a loro, ritenuti gli organizzatori e gli ideatori, ci sono 3 albanesi pregiudicati di 33, 28 e 39 anni. Il capo della banda, appassionato del Milan, e' stato tradito anche per via di un paio di scarpette rosse con le stringhe nere. Per le indagini è stata determinante, comunque, anche una sua traccia biologica lasciata in casa del ragioniere.
Spinelli e la moglie sono stati trattati prima con una certa crudezza, forse per intimorirli, ma poi più gentilmente, sino al rilascio. Il sequestro si è protratto fino al giorno dopo semplicemente perché Spinelli ha detto ai sequestratori di non poter raggiungere telefonicamente Berlusconi prima di quell'ora. E infatti quando ciò è avvenuto, alle 9, i tre se ne sono andati. Il ragioniere, appena rilasciato, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di Berlusconi, mandati dall'ex premier quando ha appreso la situazione.
"In realtà non avevano in mano nulla" ha sottolineato l'avvocato e deputato Nicolò Ghedini, il quale ha precisato che non c'era ricatto ma che "si erano sequestrati il ragioniere" per avere in cambio da Berlusconi del denaro. Il difensore del Cavaliere ha confermato che la mattina in cui il ragioniere lo chiamò gli parlò di "filmati su Fini".
"Spinelli - ha raccontato l'avvocato - era talmente sotto choc che non riusciva a dire di essere stato rapito perché temeva della vita della moglie e della figlia". "Era terrorizzato - ha aggiunto - perché era ancora sotto la minaccia di armi".
"Se noi non vediamo i documenti non paghiamo una lira", avrebbe detto Ghedini al telefono la mattina del 16 ottobre a Spinelli che gli aveva spiegato la proposta fatta dai rapitori. Ghedini nel ricostruire quegli attimi ha raccontato di aver detto al ragioniere, a proposito della proposta fatta dai rapitori: "Guardi possiamo anche parlarne, possiamo anche decidere di pagare però lei deve venire ad Arcore e portare copie dei documenti". Il ragioniere secondo la ricostruzione dell'avvocato, in quel momento gli ha risposto di non potersi muovere.
Ghedini ha spiegato poi che la mattina in cui il ragioniere Spinelli lo chiamò mentre stava per essere liberato gli parlò di "filmati su Fini". Filmati che sarebbero stati proposti dai sequestratori tra i documenti "scottanti" che sostenevano di avere in mano per riuscire a ribaltare l'esito della causa sul Lodo Mondadori: documenti che gli avrebbero consegnato in cambio di 35 milioni di euro.
Nel cd, secondo quanto riferito dai rapitori a Spinelli, sarebbe stato presente un video in cui veniva mostrato Gianfranco Fini a cena con i tre magistrati che si sono occupati del lodo Mondadori. In queste immagini, stando a quanto detto dai malviventi, si sentiva Fini chiedere ai magistrati di aiutarlo a "fregare" Berlusconi e che, se lo avessero fatto, gli sarebbe stato grato per tutta la vita. Di questo cd, tuttavia, gli investigatori non hanno trovato traccia.
La cronaca di quella notte
Ore 21.45 del 15 ottobre - I sei, armi alla mano, bloccano Spinelli, appena uscito dall'ascensore, costringendolo a entrare nella propria abitazione a Bresso (Milano), la cui porta è stata nel frattempo aperta dalla moglie. Per tutta la notte, fino alle 9 del mattino successivo, la coppia viene terrorizzata e privata della libertà personale sotto la minaccia delle armi.
Ore 7:30 - I sequestratori obbligano Spinelli a telefonare a Berlusconi allo scopo di ricevere da quest'ultimo, quale prezzo della liberazione del suo dipendente e di sua moglie, una somma di denaro (attorno ai 35 milioni) in cambio anche di documentazione cartacea e/o su supporto informatico di asserito interesse per lo stesso Berlusconi, e cioè audio che a loro dire avrebbero potuto ribaltare la sentenza sul lodo Mondadori, costata all'ex premier oltre 500 milioni di risarcimento a Carlo De Benedetti.
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