lunedì 26 novembre 2012

Nuova bufera sull’Ilva di Taranto: altri 7 arresti (vertici della società, funzionari e un politico locale)


TARANTO - Nuova bufera sull'Ilva: gli uomini della GdF hanno eseguito 7 arresti,3 in carcere e 4 ai domiciliari, nell'ambito dell'inchiesta sull'Ilva emessi dal Tribunale di Taranto, nella città pugliese e in altre regioni nei riguardi dei vertici della società e di politici e funzionari pubblici.. I provvedimenti sono legati anche ad un' inchiesta, parallela a quella per disastro ambientale del luglio scorso che ha portato al sequestro degli impianti dell'area a caldo,denominata 'Environment Sold Out'. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione. Sotto la lente degli investigatori una serie di pressioni che l'Ilva avrebbe effettuato sulle pubbliche amministrazioni per ottenere provvedimenti a suo favore e ridimensionare gli effetti delle autorizzazioni ambientali.
In particolare, secondo quanto si apprende, le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip di Taranto, chiamerebbero nuovamente in causa la famiglia Riva,oltre ai funzionari e politici di enti locali pugliesi. Infatti c'è anche Fabio Riva, vicepresidente di Riva Group, tra i destinatari delle sette ordinanze di custodia cautelare: è figlio del patron dell'Ilva Emilio ai domiciliari dal 26 luglio ed è stato arrestato. Anche il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e il direttore generale dell'azienda, Adolfo Buffo, sono coinvolti nell'inchiesta. I due dirigenti hanno ricevuto altrettanti avvisi di garanzia. In carcere è finito oltre a Fabio Riva, Luigi Capogrosso, ex direttore delle stabilimento l'ex consulente Girolamo Archina'. Ai domiciliari invece Emilio Riva, presidente della capogruppo della Riva Fire; Lorenzo Liberti, gia' presidente della facolta' di Ingegneria ambientale dell'universita' di Taranto e Michele Conserva ex assessore all'ambiente e l'ingegner Carmelo Dellisanti della Promed Engineering. Il sequestro preventivo riguarda i prodotti finiti/semilavorati realizzati, in violazione delle misure cautelari adottate a luglio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Articolo 422 Codice penale italiano: « Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 285, al fine di uccidere, compie atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità è punito, se dal fatto deriva la morte di più persone, con la morte (pena purtroppo sostituita con l’ergastolo). Se è cagionata la morte di una sola persona si applica l’ergastolo. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore a quindici anni. »http://www.ilcittadinox.com/blog/ilva-il-ricatto-mafioso-delle-imprese-italiane.html

Lo stato del paradosso mafioso:
il delinquente viene tutelato mentre il cittadino assassinato dalla diossina dispersa volontariamente viene dimenticato.
Questa non è l'Italia, questa è Sodoma, questa è Gomorra.
http://www.ilcittadinox.com/blog/non-e-questa-litalia-questa-e-sodoma-questa-e-gomorra.html
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X