martedì 20 settembre 2011

Questa sera sarà eseguita la condanna a morte in Georgia di Troy Davis, un nero accusato di aver ucciso 21 anni fa un poliziotto bianco. Anche se i testimoni dell'accusa hanno ritrattato

Troyu Davus: oggi sarà giustiziato
ATLANTA (Georgia) - Il Comitato per la Grazia della Georgia, negli Stati Uniti, ha negato la clemenza a Troy Davis, aprendo la strada all'esecuzione della condanna a morte prevista per questa sera alle 23 ora locale. Fallisce così l'ultimo tentativo per evitare l'iniezione letale al 42enne afro-americano divenuto un simbolo per gli attivisti contrari alla pena di morte. Per la grazia a Troy Davis è arrivato anche un appello dal Vaticano. In passato lo stesso papa Benedetto XVI aveva chiesto la grazia per Davis.

''Facciamo un appello - ha detto il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace - affinché il sistema penitenziario possa, in questo caso, salvare una vita e mirare a una conversione e trasformazione del condannato. Pensiamo che se riusciamo a provocare una conversione e un cambiamento di vita, questo può aiutare un sistema che favorisce la reintegrazione nella società, anziché eliminare una vita''. Il cardinale ha precisato di non voler entrare nello specifico della sentenza e quindi non si è pronunciato sul fatto che ''sia meritata o no'', "diciamo però - ha aggiunto - che il Signore è venuto perché la vita abbia la sua pienezza''.

Nonostante le sue dichiarazioni di innocenza e la ritrattazione di sette dei nove testimoni, Davis sarà giustiziato per aver ucciso nel 1989 il poliziotto Mark Allen MacPhail a Savannah, in Georgia. Secondo gli attivisti, il suo caso è l'esempio di un sistema giudiziario ancora fazioso nel sud degli Stati Uniti, dove un nero viene ingiustamente e frettolosamente condannato per l'uccisione di un bianco. Diversi gli appelli lanciati a favore della vita di Troy Davis tra cui l'ex presidente americano Jimmy Carter e l'attrice Susan Sarandon.

La vicenda, come sostengono i suoi sostenitori, presenta molti punti oscuri:
non sono state trovate armi da fuoco, né tracce di Dna o impronte digitali che colleghino Davis all'omicidio, mentre uno stesso testimone dell'accusa ha dichiarato che l'assassinio è stato commesso da un altro uomo. Migliaia di persone hanno manifestato in tutto il mondo contro la sua condanna, e in 72 ore sono state raccolte quasi 200mila firme a favore della clemenza, raggiungendo quasi il milione di adesioni. Nel 2009, la Corte Suprema aveva ordinato un riesame del caso alla luce di ulteriori prove, ma l'istanza fu respinta l'anno successivo da una corte distrettuale della Georgia, che negò un nuovo processo a Davis.

"La battaglia per la giustizia non finirà con me". Alla vigilia della sua esecuzione, Troy Davis, simbolo internazionale della lotta contro la pena di morte, ha voluto scrivere un messaggio a tutti coloro che, nel mondo intero, hanno preso le sue difese. "Questa battaglia è per tutti i 'Troy Davis' prima di me e per tutti coloro che mi seguiranno", si legge nel messaggio diffuso da Amnesty International USA sulla sua pagina Facebook. "Mi sento bene, prego e sono in pace. Ma non smetterò di lottare fino all'ultimo respiro", ha aggiunto Troy Davis,.

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