Immagine a infrarossi dell'uragano Katia scattata da satelliti Nasa |
MIAMI - La tempesta tropicale Katia, che si è formata sopra l'Atlantico, è diventata ieri un uragano, mentre un'altra massa di temporali che potrebbero trasformarsi in una tempesta ha provocato l'evacuazione di alcuni dipendenti di società petrolifere dal Golfo del Messico.
Katia è sospinta da venti che soffiano a 120 chilometri orari ed è il secondo uragano della stagione degli uragani atlantici, che va da giugno a novembre, ha riferito il Centro nazionale Usa per gli uragani.
Il centro con base a Miami ha detto che Katia dovrebbe diventare un uragano "maggiore", con venti sopra i 178 chilometri orari, entro il weekend ma è ancora troppo presto per capire se minaccerà la terra ferma.
Alle 11 di ieri sera, ora locale, Katia era stata localizzata a circa 1.875 chilometri a est delle Isole caraibiche Leeward. L'uragano si sta muovendo rapidamente verso nordovest e dovrebbe arrivare in quella zona in un paio di giorni, seguendo un percorso lontano dalle isole caraibiche.
Le compagnie energetiche, con attività nel Golfo del Messico, stanno invece tenendo d'occhio una massa di temporali nel mar Caraibico nordoccidentale e nel Golfo orientale.
Con un messaggio diffuso ieri, il centro uragani ha detto che c'è un' "alta" possibilità che l'ondata di maltempo nella zona diventi un ciclone tropicale nei prossimi due giorni.
Bp ieri è stata la prima azienda produttrice di petrolio a far evacuare alcuni lavoratori dalle piattaforme offshore nel Golfo.
Anche Anadarko Petroleum ha poi fatto evacuare alcuni lavoratori non essenziali, mentre la Royal Dutch Shell ha fatto sapere che sta preparando alcune evacuazioni.
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