Ali Zeidan con i suoi rapitori prima del rilascio |
Hashim Bishr, il capo di Tripoli SSC, e Haitham Tajouri, il comandante della prima brigata di supporto che era stato coinvolto nel tentativo di negoziare la libertà di Ali Zeidan, hanno confermato che Ali Zeidan era stato liberato dopo aver preso d'assalto il luogo dove è stato detenuto. Il Primo Ministro stesso, parlando in una riunione di gabinetto televisivo per ringraziare coloro che hanno assicurato il suo rilascio, ha anche indicato che la forza è stata utilizzata per proteggere la sua libertà. Il primo ministro era stato prelevato da un gruppo di ex ribelli all'hotel Corinthia di Tripoli. "Sto bene, le milizie che mi hanno catturato volevano le mie dimissioni", ha scritto su Twitter Zeidan chiedendo "razionalità e saggezza" ai suoi concittadini. Il premier è già tornato nel suo ufficio, nella sede del governo, ed è stato ripreso dalla televisione libica.
Le procedure dell'arresto sono "illegali e chi si è reso responsabile di questa azione ne dovrà rispondere", ha detto all'agenzia libica Lana una fonte dell'ufficio del procuratore generale di Tripoli, confermando che la Procura non ha emesso alcun mandato di arresto. Per farlo, ha spiegato la fonte, è necessaria la revoca dell'immunità del premier da parte del Congresso nazionale. Il sequestro "non avrà effetti sulla legittimità dello Stato libico e delle sue istituzioni", ha dichiarato il vicepremier libico Siddiq Abdel Karim dopo una riunione d'emergenza dell'esecutivo e poco prima del rilascio di Zeidan. Karim ha condannato "questi atti criminali", "contrari agli interessi del Paese e agli obiettivi della rivoluzione del 17 febbraio". In precedenza il governo ad interim aveva dichiarato che "non cederà a ricatti da parte di terzi".
Il 63enne premier, prelevato in hotel da uomini armati, era stato designato alla guida del governo dal Congresso generale nazionale libico il 14 ottobre 2012. Prima della rivoluzione del 17 febbraio 2011, che portò alla caduta del dittatore Muammar Gheddafi, Zeidan fu negli anni Settanta diplomatico del regime di Gheddafi in India fino alla sua defezione e il suo esilio in Svizzera e Germania, nel 1980, e la sua adesione al "Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia", movimento in prima linea di opposizione al regime.
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