ROMA - Aumenta ancora il peso delle tasse in Italia. Secondo quanto comunica l'Istat, nel nostro paese la pressione fiscale è salita nel secondo trimestre 2013 al 43,8%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel secondo trimestre 2011 era invece al 40,6%.
Cala invece il rapporto Deficit/Pil, sceso nel primo semestre di quest'anno al 4,1%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispettorispetto al 4,4% dello stesso periodo del 2012
Dal Conto economico trimestrale delle amministrazioni pubblica emerge inoltre che nel secondo trimestre 2013 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari all’1,0%, inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto a quello misurato nel corrispondente trimestre del 2012.
Nel secondo trimestre 2013 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 4,7%, superiore di 0,9 punti percentuali rispetto a quella del secondo trimestre del 2012. Il saldo corrente è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dello 0,4% (0,2% nel secondo trimestre del 2012).
Nel secondo trimestre 2013 il saldo primario (ovvero ndebitamento al netto degli interessi passivi), è risultato positivo e pari a 18,11 miliardi di euro (era stato di 15,07 miliardi nel corrispondente trimestre del 2012). Lo comunica l'Istat segnalando che nei primi sei mesi del 2013, in termini di incidenza sul Pil il saldo primario positivo è stato pari allo 1,1% del Pil (1,2% nello stesso periodo del 2012).
Migliora, restando al conto del secondo trimestre, il saldo primario (ovvero l'indebitamento dello Stato al netto degli interessi passivi): è risultato positivo e pari a 18,11 miliardi di euro (era stato di 15,07 miliardi nel corrispondente trimestre del 2012). Nei primi sei mesi del 2013, in termini di incidenza sul Pil il saldo primario positivo è stato pari allo 1,1% del Pil (1,2% nello stesso periodo del 2012).
Il governo sta valutando l'ipotesi di congelare le pensioni più elevate, riducendo l'indicizzazione degli assegni che superano di sei volte l'importo minimo, e di destinare gli eventuali risparmi ''in un'ottica di solidarietà''. Lo afferma il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in audizione nella commissione Lavoro della Camera.
Il governo, spiega Giovannini, ''è intenzionato a mantenere'' anche per il 2014 il meccanismo che ''rappresenta un significativo aumento'' per le pensioni nel 2013, e che prevede ''l'indicizzazione per importi fino a tre volte minimo''. Per gli anni successivi l'indicizzazione sarà al 75% anche per gli assegni superiori a sei volte. Il governo, spiega il ministro, sta valutando una rivalutazione del sistema, per ''ridurre l'indicizzazione delle pensioni più elevate''. Il risparmio generabile, che sarà limitato visto il basso numero di pensioni elevate, ''potrebbe essere utilizzato in ottica solidarietà''.
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