giovedì 10 ottobre 2013

“Manovrina”: il Cdm ha approvato la vendita di immobili statali e tagli ai ministeri

ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulla manovrina ''per il rientro del deficit'' del 2013. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi. Il rientro del deficit 2013 sotto la soglia del 3% costa 1,6 mld e ''la copertura di questo importo è con due modalità: la vendita di immobili di proprietà del Demanio per 500 mln e la riduzione delle spese dei ministeri e dei trasferimenti degli enti locali per 1,1 mld''. Lo ha detto il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.
''I tagli alla spesa sono tagli sulle spese rimodulabili e ancora oggetto di discrezionalità dei singoli ministeri con l'esclusione di ministeri come la ricerca, l'istruzione e la sanità, in forma più o meno lineare''. Così il ministro Saccomanni il quale ha aggiunto che nella manovra non ci sono fondi per il rinnovo della Cig spiegando che nell'appuntamento dell'approvazione della legge stabilità ''c'è la possibilità di fare un dl parallelo in cui possono essere affrontate questioni aperte''. Il Consiglio dei Ministri “non ha affrontato nessuno dei due problemi ma si e' concentrato sul decreto correttivo del deficit''. E' quanto ha affermato il ministro dell'Economia rispondendo ad una domanda su Alitalia e anche sulla golden power.
Approvato il decreto sul diritto d’asilo
 Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto sul diritto d'asilo. Lo spiega il sottosegretario Filippo Patroni Griffi. Approvato l'istituzione di un Fondo di 190 milioni di euro per fronteggiare "l'eccezionale afflusso di stranieri", mentre il fondo per l'accoglienza ai minori è incrementato di 20 milioni. Via libera ad un decreto che concede ai rifugiati di ottenere il permesso di soggiornanti di lungo periodo.
Il decreto legislativo recepisce la prima di tre direttive comunitarie di estensione della protezione internazionale e del diritto di asilo. Il premier Enrico Letta lo ha definito un primo "intervento importante", cui seguirà poi "una serie di misure che garantiscano un'integrazione e che consenta sul tema del diritto di asilo di avere maggiore certezza. Lo dico - ha sottolineato - perché attorno a queste tragedie è bene che anche la nostra pubblica opinione sappia che il grande cambiamento che in questi anni è avvenuto dopo il crollo dei regimi in alcuni paesi arabi produce un esodo che è diverso da quello degli anni '90, dovuto a ragioni economiche, ma ha a che fare con i diritti umani, in particolare con il tema dell'asilo".

Maggiori certezze, dunque, e maggiori diritti per i rifugiati. Questo l'obiettivo del decreto che attua la direttiva Ue 51 del 2011, per il cui mancato recepimento la Commissione europea aveva avviato nello scorso luglio una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Fino ad ora i rifugiati non potevano ottenere il permesso di 'lungo soggiorno'. Ora lo potranno fare, con la conseguenza che - a differenza di quanto accadeva fino ad oggi - i titolari di protezione internazionale muniti del permesso di 'lungo soggiorno' potranno stabilirsi, a determinate condizioni (ad esempio, per motivi di lavoro), in un secondo Stato membro. L'attuazione della direttiva agevola quindi la mobilita' dei rifugiati tra i Paesi dell'Unione Europea.

Inoltre, il provvedimento elimina per gli stranieri beneficiari di protezione internazionale ed i loro familiari l'onere di documentare la disponibilità di un alloggio idoneo. Si esclude anche l'obbligo di superare un test di conoscenza della lingua italiana ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo. Per il rilascio del permesso ai titolari di protezione internazionale, nel calcolo dei cinque anni necessari a maturare lo status, si computa il periodo di soggiorno compreso tra la data di presentazione della domanda di protezione internazionale e la data del rilascio del permesso di soggiorno per asilo o per protezione sussidiaria.

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