VICENZA - Due sacerdoti di Vicenza, Gianantonio Allegri e Giampaolo Marta, e una suora canadese sono stati rapiti da uomini armati nella notte fra venerdì e sabato nel nord del Camerun, nella diocesi di Maroua. Lo rende noto una fonte della diocesi di Vicenza. I sequestratori potrebbero essere terroristi islamici di Boko Haram, attivi nel vicino nord della Nigeria.
Il ministero degli Esteri ha immediatamente attivato l'Unita' di Crisi e l'ambasciata italiana a Yaoundé. La Farnesina chiede il massimo riserbo sulla vicenda per favorire una rapida soluzione del caso I sacerdoti, sono originari rispettivamente di Schio e di Thiene. Proprio nei mesi scorsi, a gennaio, il vescovo di Vicenza, diocesi a cui appartengono i due preti rapiti, aveva visitato Maroua, dove si trova la parrocchia che Gianantonio Allegri e Giampaolo Marta guidavano.
"La situazione di insicurezza del territorio non e' cambiata: anche se esteriormente qui non si notano particolari allarmanti, e' palpabile nel nostro sentire e nelle nostre conversazioni". E' quanto scriveva il 12 marzo scorso in una "lettera dalla missione" don Gianantonio Allegri. "Sappiamo - continua il religioso - che al confine con la Nigeria le forze dell'ordine e l'esercito sono impegnati ad assicurare che non ci siano infiltrazioni e il Governatore della regione ha chiesto che se gli europei presenti qui per vari motivi, si spostano in gruppo, devono farsi scortare dalla polizia. Comunque state tranquilli, noi siamo sereni e confidiamo in quel Padre che annunciamo, misericordioso e grande nell'amore". "Dalla prima settimana di quaresima - racconta don Allegri - abbiamo anche ricominciato il secondo giro della visita alle comunita' di villaggio. E' proprio un bel momento in cui si ha un contatto diretto con la gente (15-20 persone e tanti tanti bambini) nel proprio ambiente di vita. Ci si ritrova nel loro luogo di catechesi settimanale, che puo' essere una casa adibita a cappella, per le comunita' meno recenti, o sotto un albero dove e' appesa una ruota di camion che funge da campana e, una serie di grosse pietre disposte a semicerchio, sono il segno permanente di un ritrovarsi. Alcuni posti scelti sono anche molto suggestivi per il panorama visibile sulla savana. La gente s'incontra li' ogni settimana per riprendere, con il loro catechista di comunita', il vangelo della domenica passata". "Durante la nostra visita - spiega il sacerdote - prima proponiamo noi una riflessione sul tema che coinvolge tutta la diocesi e poi loro ci parlano della loro comunita', delle gioie e delle loro difficolta'. E' probabile che poi riparto per tornare a casa con in mano un segno, un dono della comunita': un pollo. Il caldo intenso, che di giorno supera i 40 gradi, ci accompagna in questo periodo e ci fa sognare che dopo Pasqua, ma non prima di fine di maggio arriveranno le piogge".
Il ministero degli Esteri ha immediatamente attivato l'Unita' di Crisi e l'ambasciata italiana a Yaoundé. La Farnesina chiede il massimo riserbo sulla vicenda per favorire una rapida soluzione del caso I sacerdoti, sono originari rispettivamente di Schio e di Thiene. Proprio nei mesi scorsi, a gennaio, il vescovo di Vicenza, diocesi a cui appartengono i due preti rapiti, aveva visitato Maroua, dove si trova la parrocchia che Gianantonio Allegri e Giampaolo Marta guidavano.
"La situazione di insicurezza del territorio non e' cambiata: anche se esteriormente qui non si notano particolari allarmanti, e' palpabile nel nostro sentire e nelle nostre conversazioni". E' quanto scriveva il 12 marzo scorso in una "lettera dalla missione" don Gianantonio Allegri. "Sappiamo - continua il religioso - che al confine con la Nigeria le forze dell'ordine e l'esercito sono impegnati ad assicurare che non ci siano infiltrazioni e il Governatore della regione ha chiesto che se gli europei presenti qui per vari motivi, si spostano in gruppo, devono farsi scortare dalla polizia. Comunque state tranquilli, noi siamo sereni e confidiamo in quel Padre che annunciamo, misericordioso e grande nell'amore". "Dalla prima settimana di quaresima - racconta don Allegri - abbiamo anche ricominciato il secondo giro della visita alle comunita' di villaggio. E' proprio un bel momento in cui si ha un contatto diretto con la gente (15-20 persone e tanti tanti bambini) nel proprio ambiente di vita. Ci si ritrova nel loro luogo di catechesi settimanale, che puo' essere una casa adibita a cappella, per le comunita' meno recenti, o sotto un albero dove e' appesa una ruota di camion che funge da campana e, una serie di grosse pietre disposte a semicerchio, sono il segno permanente di un ritrovarsi. Alcuni posti scelti sono anche molto suggestivi per il panorama visibile sulla savana. La gente s'incontra li' ogni settimana per riprendere, con il loro catechista di comunita', il vangelo della domenica passata". "Durante la nostra visita - spiega il sacerdote - prima proponiamo noi una riflessione sul tema che coinvolge tutta la diocesi e poi loro ci parlano della loro comunita', delle gioie e delle loro difficolta'. E' probabile che poi riparto per tornare a casa con in mano un segno, un dono della comunita': un pollo. Il caldo intenso, che di giorno supera i 40 gradi, ci accompagna in questo periodo e ci fa sognare che dopo Pasqua, ma non prima di fine di maggio arriveranno le piogge".
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