SEBASTOPOLI (Crimea) - Soldati "non identificati" all'esterno dell'aeroporto di Simferpol |
KIEV - Pericolosi venti di guerra in Crimea. Kiev grida all'invasione affermando che Mosca ha già inviato 2.000 parà, mentre il presidente Usa Barack Obama, che sta valutando l'ipotesi di non partecipare al G8 di giugno a Sochi, lancia all'indirizzo di Mosca un monito: un intervento militare, dice, "avrebbe un costo". Ed il presidente ucraino, Oleksandr Turcinov, accusa apertamente la Russia di voler provocare un conflitto.
Il neo-premier della Crimea, Sergei Aksionov (eletto dal parlamento occupato dai militanti filo-russi), ha chiesto l'aiuto del presidente russo, Vladimir Putin, per restaurare la "pace e la calma" nella penisola. Immediata la reazione di Mosca: il Cremlino non ha perso tempo e ha fatto sapere che "la richiesta d'aiuto da parte dei dirigenti della Crimea non resterà inascoltata".
Intanto i collegamenti telefonici e internet tra Crimrea e Ucraina risultano tagliati.
L'Ucraina si rifiuta di rispondere "con la forza" alla "provocazione" russa, dopo il dispiegamento di militari sul territorio della repubblica autonoma di Crimea. Lo ha detto il premier ucraino, Arseni Iatseniuk.
L'Ucraina ha "un'enorme" debito di gas non pagato alla Russia, pari a 1,55 miliardi di dollari. Lo sottolinea il gigante energetico russo Gazprom, facendo sapere che il prezzo di favore accordato a Kiev da Mosca potrebbe essere messo in discussione. "Abbiamo buoni rapporti con l'Ucraina - ha detto il portavoce della compagnia, Sergei Kouprianov - e il transito funziona. Devono solo pagarci il gas".
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