martedì 4 marzo 2014

Putin: stop alle esercitazioni militari. Tanto, la Crimea è ormai sua

Un soldato russo davanti a un campo allestito al confine con la Crimea
KIEV - Vladimir Putin ha ordinato alle truppe impegnate in una maxi esercitazione militare nei distretti centrale e occidentale del Paese, anche ai confini con l'Ucraina, di rientrare nelle loro sedi permanenti entro il 7 marzo. L'annuncio del presidente russo sembra essere un primo segnale distensivo che allontana lo spettro di un conflitto di vasta scala con Kiev.
Gli Stati Uniti hanno "sospeso tutti i legami militari" tra Washington e Mosca, in seguito all'intervento russo in Crimea. Lo rende noto il Pentagono. Gli Stati Uniti sospenderanno anche le trattative in corso con la Russia per aumentare gli scambi commerciali e gli investimenti. Lo afferma il segretario al Commercio americano, Michael Froman, secondo quanto riporta il Wall Street Journal.
Intanto l'Ucraina rischia di frantumarsi. La Crimea è già in mano alla Russia, e la rivolta filo-Mosca dilaga in tutto l'est: dalla capitale economica del Paese, Donetsk, a Odessa. Le unità militari ucraine nella penisola sono circondate da soldati di Mosca e il ministero della Difesa di Kiev paventava addirittura un ultimatum entro le 5 del mattino, anche se il comando della flotta russa del Mar Nero aveva smentito come "una totale assurdità" il timore di un assalto.
Nelle regioni russofone dell'Ucraina orientale e di quella meridionale è comunque la piazza a muoversi in favore del Cremlino, mentre su alcuni palazzi del potere locale sventolano già i colori russi.

Frattanto, mentre il premier di Kiev Arseni Iatseniuk tuona che l'Ucraina non cederà mai la Crimea e che "alle truppe russe non sarà permesso di fare irruzione nelle regioni orientali", i soldati del Cremlino continuano a sbarcare in massa nella penisola russofona. Secondo le guardie di frontiera ucraine, tra domenica e lunedì sono atterrati in Crimea 10 elicotteri da combattimento e otto aerei da trasporto, senza che Kiev fosse informata con 72 ore di anticipo, come previsto dall'accordo bilaterale sulla flotta russa del Mar Nero di stanza a Sebastopoli. E proprio in questa città dal primo marzo sarebbero arrivate quattro navi militari russe per lo sbarco di truppe.

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