mercoledì 2 aprile 2014

Salvini difende i seccessionisti veneti arrestati. I trattore carro armato

Il trattore che doveva diventare carro armato
BRESCIA - "Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arrestano chi vuole l'Indipendenza. Siamo alla follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno, sbaglia". Lo scrive su Facebook il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, dopo l'arresto di Franco Rocchetta tra i 24 finiti in carcere per l'associazione segreta che doveva arrivare alla secessione del Veneto. Intanto si apprendono ulteriori particolari.

Un trattore agricolo, secondo gli investigatori, doveva essere usato "per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". Gli indagati, in particolare, avevano pensato di trasformare il mezzo in una sorta di carro armato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le fasi di montaggio c'erano stati problemi di calibratura e di recupero dei pezzi per la sua costruzione.

 Tiziano Lanza, tra gli arrestati, diceva al telefono di voler instaurare "un clima di terrore" anche tramite "un altro carro armato gigantesco". L'uomo, residente a Bovolone (Verona), era "sempre impegnato in azione di reclutamento e finanziamento" dell'Alleanza. Durante una chiamata Lanza ha detto: “Andatevene dall'Italia e chiedete perdono per 147 anni di crimini contro la nostra popolazione e di ruberie. Andatevene e vivrete, rimanete e morirete.. poiché instaureremo veramente il clima di terrore, sai come ci divertiremo, la mafia anche qua..". Poi Lanza descrive il piano per l'occupazione di piazza San Marco: "Se riusciamo ad andarci con un mezzo così gigantesco, invece di otto forse saremo in ottocento, ben equipaggiati, con maschere antigas, qualcuno appostato con mitra e tutto e ci sarà anche gente all'estero, come me, che convocherà una conferenza stampa". L'uomo ha poi concluso: "E quando l'azione sarà fatta, sarà coordinata mezza Italia perché lo faranno anche i piemontesi, lo faranno anche i sardi, ciascuno nel loro sistema, ma sarà sincronizzato con la nostra, perfino la 'napulitania, vogliono chiamarsi così".

 
"Abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite". Diceva così parlando al telefono uno tra i secessionisti arrestati, Giancarlo Orini, ex appartenente alla "frangia più radicale della Lega Nord". Le intercettazioni dei Ros, riportate nell'ordinanza di custodia cautelare, tratteggiano dialoghi dal contenuto violento. 

Il 15 giugno 2012, durante una conversazione telefonica, Orini ha detto: "Ma è arrivato il momento di combattere, ragazzo... se stiamo qui a aspettare, qui tra poco salta tutto". L'interlocutore ha risposto: ''Male che vada nella peggiore delle ipotesi ci troviamo a casa mia a tagliare su un salame...". Ma Orini ha rilanciato: "No, più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite". 

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