sabato 15 marzo 2014

Berlusconi: sarò candidato alle Europee. Il Pd: non può

ROMA -"Sarò felice di essere in campo nelle 5 circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 ed i 700.000 voti ciascuna. Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea". Cosi' Silvio Berlusconi al telefono a una iniziativa di Forza Italia a Montecatini, sull'ipotesi di una sua candidatura alle europee. E Berlusconi prevede che si voterà "tra un anno, un anno e mezzo al più tardi". "C'e' tempo - ha aggiunto - per arrivare ad organizzare un sufficiente numero di club per il contatto ed il convincimento degli indecisi". 

Marcucci: 'Pd non teme nessuno'
 - "L'eventuale candidatura di Berlusconi è un problema che riguarda Forza Italia e nel caso il Tribunale di Milano. Il #Pd alle europee non ha paura di nessuno". Lo scrive su twitter, il senatore Andrea Marcucci (Pd), presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.

Pittella, Berlusconi candidato? N-o-n s-i p-u-ò 
- "N-O-N S-I P-U-O'. Capisco che gli amici di Forza Italia abbiano problemi nell'accettare la legge e rispettare le sentenze. Proviamo allora con lo spelling: N-O-N S-I P-U-O'! Berlusconi e Toti si rassegnino. Esiste una legge dello Stato italiano - art.4 della legge Severino - che prescrive chiaramente che i condannati in via definitiva non possono essere candidati né al Parlamento italiano né tantomeno a quello europeo". Lo dichiara Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento europeo ed esponente Pd. "Faccio anche presente a Toti - continua Pittella - che il 23 ottobre scorso la plenaria di Strasburgo ha approvato - con i voti del Ppe - una raccomandazione contenuta nel testo delle conclusioni della Commissione speciale antimafia, che prescrive: 'devono essere ineleggibili al Parlamento europeo e nell'impossibilità di prestare servizio nelle istituzioni e negli altri organi dell'Unione non solo i condannati in via definitiva per reati di criminalità organizzata e riciclaggio, ma anche quelli per corruzione ed altri reati gravi, anche di natura economica e finanziaria'". "Insomma - conclude il vice presidente dell'europarlamento - gli amici di Forza Italia possono continuare a fantasticare quanto vogliono. Il giorno della presentazione delle liste, si accorgeranno che: N-O-N S-I P-U-O'!!".

Giovanni Toti torna sulla candidatura del Cavaliere alle Europee e, intervistato dalla Stampa e dell'Unità, ribadisce la determinazione del Cavaliere a presentarsi al voto previsto a maggio. "Berlusconi - dice alla Stampa il consigliere politico del Cav. - ha guidato Forza Italia in tutte le elezioni. Ritengo che lo farà anche questa volta". "Riterrei una grave lesione al diritto di rappresentare i moderati italiani - continua il consigliere politico del Cavaliere - se Berlusconi non potrà candidarsi. Se qualcuno dovesse impedirlo si assumerebbe una grave responsabilità davanti a milioni di italiani". "Se non potesse - dice a l'Unità - sarebbe un altro vulnus alla democrazia". Su La Stampa riflette sul taglio delle tasse annunciato dal premier: "se Renzi ci riuscirà noi applaudiremo. La nostra è un'opposizione responsabile, non distruttiva". "Fi - riflette - resta all'opposizione ma se c'è un provvedimento buono è giusto dare un contributo per migliorarlo. Renzi ha la sua maggioranza". Toti riflette anche sulla riforma elettorale e, sulle pagine dell'Unità, non esclude una trattativa sulla parità di genere: "le quota rosa per noi non sono un tabù, al punto che abbiamo dato libertà di voto. Ma non è possibile cambiare l'Italicum cento volte rispetto al patto che è stato sottoscritto". "E' legittimo - continua Toti - chiedere le quote rosa, ma non si deve inficiare l'impianto della legge elettorale né rischiare di far saltare il patto tra Renzi e Berlusconi". Chiude, invece, a qualsiasi discussione sulle preferenze: "Noi siamo da sempre contrari alle preferenze. Ed è strano - dice sempre all'Unità - che dopo essere state indicate da decenni come il male della politica italiana oggi si scopra che invece sono il bene". Sui due quotidiani Toti si sofferma anche sul premier: "Renzi ha fatto, e bene, annunci" dice all'Unità; e sulla Stampa insiste: "Renzi è stato molto efficace nella conferenza stampa, ma non aveva autorevolezza istituzionale", "Berlusconi era più bravo come presidente del Consiglio perché" dice Toti coniugava "la capacità di parlare direttamente alla gente e il profilo istituzionale".

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