PRATO - Al termine di un lungo interrogatorio, ha confessato la badante della novantenne sgozzata ieri pomeriggio nella sua casa di Montemurlo (Prato). La donna, Natia Tatarashvili, 24 anni, georgiana, ha detto che l'omicidio è scaturito da una lite con l'anziana, Cleofe Nizzi, che l'avrebbe criticata per il suo lavoro. La giovane era stata inizialmente sentita dai carabinieri e poi, in caserma, dal pm Antonio Sangermano.
"Stai sempre al computer, non fai il tuo dovere" sarebbe stata una delle frasi pronunciate dalla novantenne. Così, la giovane avrebbe afferrato un coltello da cucina di casa e avrebbe aggredito l'anziana con numerose coltellate che l'avrebbero quasi decapitata.
Inizialmente la badante aveva raccontato di aver trovato la donna già morta dopo essere uscita per qualche ora di casa. La georgiana aveva anche cercato di simulare una rapina e cucendo alcuni preziosi suoi e dell'anziana all'interno del proprio cappotto, per nasconderli e fingere che fossero stati portati via dai malviventi. Poi era stata trovata dai vicini, accanto alla donna sgozzata, in stato di shock.
In un primo momento il disordine nei locali aveva fatto pensare a una rapina sfociata in tragedia. Sembrava convinto di questa ipotesi anche il figlio della vittima, Giuseppe Meoni. Ma nella notte è emersa un'altra, tragica, verità.
La giovane non è però stata portata in carcere ma è piantonata e assistita in un istituto psichiatrico nel Fiorentino. Il suo ricovero è stato disposto dal pm Antonio Sangermano, titolare dell'indagine, al quale, durante l'interrogatorio, Natia Tatarashvili ha raccontato il suo disagio: "Dentro di me - ha spiegato - ci sono una persona buona e una cattiva". La donna ha poi detto di aver tentato più volte il suicidio proprio "per sopprimere quella donna cattiva che c'è in me".
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