NAIROBI - Un'altra domenica di sangue in Kenia: granate sono state lanciate due chiese nella città keniota di Garissa, a nord est del Paese, vicino al confine con la Somalia."Si teme che molte persone siano rimaste uccise negli attacchi" ha detto il vice capo della polizia regionale Philip Ndolo. I primi bilanci parlano di 10 morti (tra cui due agenti di polizia) e 50 feriti. In seguito la Croce Rossa ha aggiornato la cifra e portandola a 16 vittime.
"I killer, sette, indossavano passamontagna ed uniformi blu e hanno lanciato le granate e sparato all’interno della cattedrale cattolica e della AIC [African Inland Church Independent] in città." I due poliziotti sono stati uccisi dagli assalitori prima di entrare nella chiesa dell'AIC dove gli agenti si trovavano di guardia: hanno loro sottratto le armi e con quelle ed alcuni fucili hanno sparato ai fedeli che fuggivano uccidendo 10 persone e ferendone una cinquantina. Nella cattedrale cattolica, invece, hanno gettato le granate, facendo altre vittime e molti feriti, tra i quali tre bambini. Una delle granate lanciate dagli assalitori non è esplosa. La prima, secondo alcune voci, avrebbe ferito anche l'uomo che l'ha lanciata, che però è riuscito a fuggire. I morti sono, oltre ai due poliziotti, quattro donne, otto uomini e due bambini
I soldati kenioti schierati in Somalia usano Garissa come base militare. Garissa è la capitale della provincia nord-orientale, a circa 140 km (90 miglia) dal confine con la Somalia.
Si trova nei pressi del campo profughi di Dadaab, dove uomini armati venerdì scorso hanno rapito quattro operatori umanitari e ucciso un autista. Il vice capo della polizia Ndolo ha detto che sono sospettati dell'agguato "simpatizzanti di al-Shabab", gruppo integralista musulmano somalo.
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