TORINO - Una donna di 33 anni a Torino, ospite di una comunità per persone in difficoltà, si è uccisa con la figlia di tre anni gettandosi con la piccola in braccio dal terzo piano della struttura. Anche la bimba ha perso la vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Gli ospiti della comunità, la casa famiglia Opera Pia Viretti, in strada San Vincenzo 137 a Torino (precollina) sono stati tenuti all'oscuro dell'accaduto.
Alle spalle della donna una storia familiare difficile legata ai due figli, di 14 e 15 anni, avuti da una precedente relazione, ospiti in un'altra struttura protetta per adolescenti. Situazione che, a seguito di alcuni accertamenti da parte del tribunale dei minori, portò la donna a essere ospitata con la bambina nella struttura. La donna e la piccola si trovavano presso l'Opera Pia Viretti dal gennaio del 2011. Stando ai racconti del compagno e papà della bimba, la donna avrebbe manifestato più volte segnali di malessere. «Negli ultimi gioni, più volte ho chiesto di parlare con l'assistente sociale, ma sono stati ignorato» si sfoga l'uomo, tra le lacrime. Segnali d'allarme che non sarebbero stati interpretati a dovere, come ritiene anche l'avvocato della famiglia, Maurizio Vecchio, che ha chiesto il sequestro delle cartelle cliniche.
Alle spalle della donna una storia familiare difficile legata ai due figli, di 14 e 15 anni, avuti da una precedente relazione, ospiti in un'altra struttura protetta per adolescenti. Situazione che, a seguito di alcuni accertamenti da parte del tribunale dei minori, portò la donna a essere ospitata con la bambina nella struttura. La donna e la piccola si trovavano presso l'Opera Pia Viretti dal gennaio del 2011. Stando ai racconti del compagno e papà della bimba, la donna avrebbe manifestato più volte segnali di malessere. «Negli ultimi gioni, più volte ho chiesto di parlare con l'assistente sociale, ma sono stati ignorato» si sfoga l'uomo, tra le lacrime. Segnali d'allarme che non sarebbero stati interpretati a dovere, come ritiene anche l'avvocato della famiglia, Maurizio Vecchio, che ha chiesto il sequestro delle cartelle cliniche.
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