ROMA - E' in dirittura d'arrivo la riforma fiscale del governo Monti, secondo quanto anticipa oggi un servizio del quotidiano La Repubblica. Tre i punti essenziali del provvedimento in fase avanzata di studio: aumento dell'Iva evitabile, meno Irpef con i proventi della lotta all'evasione, tagli delle agevolazioni fiscali.
Con la riforma Monti si apre la strada - secondo quanto riferisce il giornale - ad uno sfoltimento delle oltre 720 agevolazioni fiscali del nostro sistema che costano circa 161 miliardi. Andrebbe subito giù la prima aliquota Irpef, oggi al 23 per cento, coi soldi recuperati dagli evasori. Per ora il governo, per prudenza, non ha voluto precisare il gettito che si attende dalla lotta all'evasione per quest'anno. Di certo tuttavia si sa che nel 2011 il gettito di cassa del contrasto agli evasori è stato di 11 miliardi.
Per quanto riguarda l'Iva, il tentativo è di evitare di applicare l'aumento deciso sotto l'emergenza della manovra alla fine dello scorso anno. Si tratta di 2 punti che scatteranno, se non ci saranno modifiche, dal primo ottobre di quest'anno portando l'aliquota intermedia del 10 per cento al 12 per cento e quella più alta dall'attuale 21 al 23 per cento. L'obiettivo numero uno del governo sarebbe quello di eliminare del tutto il rincaro, in seconda battuta si tenterebbe almeno di dimezzarlo.
Una sforbiciata è prevista sulle agevolazioni fiscali, in tutto 161 miliardi e 720 agevolazioni che possono trovare spazio nella denuncia dei redditi di contribuenti e imprese. Il lavoro era stato avviato da Tremonti: taglio lineare di tutte le agevolazioni del 5 per cento e del 20 per cento. Così è arrivato lo stop del governo Monti (coprendo i mancati risparmi con l'aumento dell'Iva) e rivisitando, ad opera della Commissione guidata dall'attuale sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, le agevolazioni tagliabili. Ad ogni agevolazione è stato dato un codice di importanza e molte, relative a famiglia, lavoro e pensioni, sono state dichiarata intoccabili. Tuttavia il bacino d'intervento resta ampio. Si guarda anche al riordino dei 10 miliardi di agevolazioni che vanno alle imprese.
La rivalutazione degli estimi catastali sarà graduale. In attesa di una riforma totale del catasto che potrebbe richiedere fino a cinque anni di tempo, sarà messa in atto una revisione degli estimi urbani medi agendo Comune per Comune, o su zone omogenee e quartieri all'interno dello stesso centro abitato. In questo modo si potrebbero avere una distribuzione meno sperequata dei carichi e spazi per evitare ulteriori aumenti delle rendite.
E riguardo all'esenzione dall'Ici per gli enti non commerciali, tra cui anche la Chiesa, varrà solo per quegli immobili in cui sia "esclusiva" l'attività non commerciale. Per gli immobili ad attività mista, l'esenzione riguarderà solo la frazione nella quale si svolga l'attività non commerciale. Lo ha precisato il premier Mario Monti, in una lettera al vice presidente della Commissione Europea Joaquin Almunia, annunciando un emendamento che "chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione".
Con la riforma Monti si apre la strada - secondo quanto riferisce il giornale - ad uno sfoltimento delle oltre 720 agevolazioni fiscali del nostro sistema che costano circa 161 miliardi. Andrebbe subito giù la prima aliquota Irpef, oggi al 23 per cento, coi soldi recuperati dagli evasori. Per ora il governo, per prudenza, non ha voluto precisare il gettito che si attende dalla lotta all'evasione per quest'anno. Di certo tuttavia si sa che nel 2011 il gettito di cassa del contrasto agli evasori è stato di 11 miliardi.
Per quanto riguarda l'Iva, il tentativo è di evitare di applicare l'aumento deciso sotto l'emergenza della manovra alla fine dello scorso anno. Si tratta di 2 punti che scatteranno, se non ci saranno modifiche, dal primo ottobre di quest'anno portando l'aliquota intermedia del 10 per cento al 12 per cento e quella più alta dall'attuale 21 al 23 per cento. L'obiettivo numero uno del governo sarebbe quello di eliminare del tutto il rincaro, in seconda battuta si tenterebbe almeno di dimezzarlo.
Una sforbiciata è prevista sulle agevolazioni fiscali, in tutto 161 miliardi e 720 agevolazioni che possono trovare spazio nella denuncia dei redditi di contribuenti e imprese. Il lavoro era stato avviato da Tremonti: taglio lineare di tutte le agevolazioni del 5 per cento e del 20 per cento. Così è arrivato lo stop del governo Monti (coprendo i mancati risparmi con l'aumento dell'Iva) e rivisitando, ad opera della Commissione guidata dall'attuale sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, le agevolazioni tagliabili. Ad ogni agevolazione è stato dato un codice di importanza e molte, relative a famiglia, lavoro e pensioni, sono state dichiarata intoccabili. Tuttavia il bacino d'intervento resta ampio. Si guarda anche al riordino dei 10 miliardi di agevolazioni che vanno alle imprese.
La rivalutazione degli estimi catastali sarà graduale. In attesa di una riforma totale del catasto che potrebbe richiedere fino a cinque anni di tempo, sarà messa in atto una revisione degli estimi urbani medi agendo Comune per Comune, o su zone omogenee e quartieri all'interno dello stesso centro abitato. In questo modo si potrebbero avere una distribuzione meno sperequata dei carichi e spazi per evitare ulteriori aumenti delle rendite.
E riguardo all'esenzione dall'Ici per gli enti non commerciali, tra cui anche la Chiesa, varrà solo per quegli immobili in cui sia "esclusiva" l'attività non commerciale. Per gli immobili ad attività mista, l'esenzione riguarderà solo la frazione nella quale si svolga l'attività non commerciale. Lo ha precisato il premier Mario Monti, in una lettera al vice presidente della Commissione Europea Joaquin Almunia, annunciando un emendamento che "chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione".
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