ROMA - Il governo ha dovuto cedere sul decreto liberalizzazioni alla volontà bipartisan dei senatori: questa volta e' avvenuto sulla norma sui Taxi, dove l'esecutivo ha dato l'ok all'emendamento dei relatori redatto alcuni giorni fa, che riporta in capo ai sindaci la competenza sulle licenze. Il che suscita i malumori delle Associazioni dei consumatori e dei sindacati.
Martedi' il governo aveva dovuto cedere su una norma minore, ma che comunque era nel decreto, quella sulle carrozzerie, che la commissione Industria ha cancellato con voto unanime. Dopo un braccio di ferro che durava da giovedì l'esecutivo ha infine ceduto dando il placet ad un altro emendamento dei relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (PD) sui taxi. Le licenze non le deciderà la nascente Authority, come prescriveva il decreto, bensì i sindaci, come avviene già oggi. L'Autorita' avra' un potere di indirizzo, con la possibilità di ricorrere al Tar se i Comuni non si adeguano alle sue indicazioni ''senza adeguata motivazione''. Il governo sperava di avere una sponda dal Pd, ma la base della modifica è arrivata proprio da un emendamento di un Democratico, l'ex sindaco di Padova Paolo Giaretta.
L'emendamento è stato presentato ma non è stato votato, ma l'annuncio ha suscitato l'ira delle Associazioni dei consumatori che hanno accusato il governo di aver ceduto alla ''lobby dei taxi''. E anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha accusato l'esecutivo di essere ''debole con i forti e forte con i deboli''.
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