NICOSIA - Cipro offre alla Russia quote bancarie e partecipazioni nei giacimenti di gas in cambio di aiuti per superare la crisi finanziaria. E' questa la proposta presentata dal ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris, da ieri a Mosca per condurre i negoziati in materia. Ma dal premier Medvedev arriva subito una minaccia: il Cremlino potrebbe rivedere le sue riserve in euro se la soluzione della crisi danneggerà gli interessi russi. Riferendosi all'ipotesi europea di una tassa sui depositi bancari a Cipro in cambio di un piano di salvataggio, il capo del governo russo ha osservato che "se questo è possibile a Cipro, perché non sarebbe possibile in Spagna, in Italia o in altri Paesi che soffrono problemi finanziari? Domani è lì che si confischeranno le economie".
Nel sito del Cremlino, dove viene riportata una intervista rilasciata ieri sera ad alcuni media europei, Medvedev ha usato l'immagine di "un elefante in una cristalleria" per descrivere il modo con cui la Ue e il governo di Nicosia stanno gestendo la crisi finanziaria cipriota.
Il capo del governo ha comparato inoltre l'ipotesi della tassazione dei depositi bancari ciprioti ad una misura di epoca sovietica: "Posso paragonarla solo a qualche decisione presa dalle autorità sovietiche, che non si preoccuparono dei risparmi della gente". Medvedev ha evocato infine la possibilità di cancellare il trattato con Nicolsia per evitare la doppia tassazione tra i due Paesi, che renderebbe Cipro meno attraente per i russi facoltosi.
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