domenica 6 gennaio 2013

Monti: “Non esisteva alcun patto perché non mi candidassi”


ROMA - "Non c'era alcun patto, io stesso pensavo di non candidarmi perché pensavo non necessario farlo. Ero ottimista sul fatto che il paese continuasse di per sé nella direzione delle riforme ma ho visto molte preoccupazioni nell'economia italiana e all'estero". Così Monti, a Sky tg24, nega un'intesa precedente con Alfano, Bersani e Casini  per non candidarsi. "La decisione" di 'salire' in politica "la stavo covando prima e quel voto mi ha rafforzato nel convincimento" ha detto Monti a proposito del voto con cui il Pdl ha sancito di non dare più la fiducia al governo. Il premier ha detto che i primi a sapere della decisione sono stati "i miei due presidenti: quello della Repubblica e quello di casa mia". "Casini e Fini non li valuto per la loro storia ma prima di altri hanno capito che i problemi non si risolvevano senza la grande coalizione. Sono stati i più tenaci sostenitori della maggioranza, l'apporto Pd e Pdl è stato a corrente alternate", ha aggiunto Monti.
 C'é la "possibilità" di ridurre l'Irpef e congelare l'Iva a luglio e anche di fare "di più" e la "via maestra" per riuscirci è "ridurre di più la spesa pubblica". Così ancora Mario Monti, a SkyTg24. 
"La questione della vicinanza alle banche è uno dei segni della superficialità che spesso caratterizza il dibattito politico italiano: il governo Berlusconi era contro la tassa sulle transazioni finanziarie, ho cambiato posizione e adesso si sta facendo" la cosiddetta Tobin Tax. Quanto alla vicinanza con i poteri forti, il premier ha aggiunto: "Qualcuno vada a chiedere a Jack Welch o a Bill Gates e possono assumere informazioni".
Rispetto alla questione della lista unica anche alla Camera, Monti ha spiegato: "Io ho pensato che va bene sentire l'elitismo della società civile ma non al punto di escludere forze politiche serie. Non ho subito un diktat ma sono convinto che sia meglio così, poi mi sa che le forze politiche hanno avuto la sorpresa non gradita che il riferimento del mio nome poteva andare solo ad una lista".
Mario Monti "si è messo insieme a dei compagni di viaggio a dir poco inaffidabili e la sua lista é stata messa in campo per portare voti alla sinistra sotto mentite spoglie": così Silvio Berlusconi in un'intervista al Giornale dell'Umbria. "Una cosa immorale - osserva - contro la quale è mio dovere battermi".

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