martedì 17 luglio 2012

Moody’s ora declassa enti di mezza Italia: 14 Regioni, quattro città capoluogo (tra cui Milano) tredici banche, 7 società pubbliche


Mafalda riassume il pensiero di tutti noi

NEW YORK, - La scure di Moody's sull'Italia. Il downgrade del rating sovrano del 13 giugno scorso innesca l'atteso effetto domino, al quale in pochi si sottraggono (fra le altre Enel, A2A E Aeroporti di Roma). E così Moody's ha tagliato il rating di 23 enti pubblici italiani: 14 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto), Province autonome di Trento e Bolzano, 4 città capoluogo di Provincia (Milano, Napoli, Siena e Venezia) e Civitavecchia, oltre a Cassa del Trentino e Finlombarda SpA. Per Tn e Bz, Lombardia e Cassa del Trentino il rating è superiore a quello d'Italia. Per gli altri in linea o inferiore.
Dieci banche e tre istituti finanziari italiani sono finiti nel mirino di Moody's dopo il downgrade dell'Italia. Declassati Unicredit, Unicredit Leasing, Intesa Sanpaolo, Banca Cr Firenze, Banca Imi, Banca Monte Parma, Cassa Risparmio Parma e Piacenza, Banca Popolare Friulandria, Banca Carige, Credito Emiliano, GE Capital, Cassa Depositi e Prestiti e Ismea. Confermato il rating precedente di Banca Nazionale del Lavoro (Bnl).
 Moody's ha declassato anche il rating di 7 società Spa pubbliche italiane e ne ha poste altre 3 sotto osservazione. Declassate Poste Italiane, Eni, Terna, Sias, Acea, Compagnia Valdostana delle acque e Atlantia. Sotto osservazione Finameccanica, Snam e Hera. Non hanno risentito invece i rating di Telecom Italia, Enel, Edison, A2a e Aeroporti di Roma.

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