mercoledì 20 giugno 2012

Il Senato ha detto sì all'arresto di Lusi


ROMA - Con 155 sì, 13 no e un astenuto il Senato ha detto sì all’arresto dell’ ex tesoriere della Margheruta Luigi Lusi. Il Pdl non ha partecipato al voto uscendo dall’aula.  In aula erano presenti 195 senatori, 169 i votanti. Sull'ex tesoriere della Margherita pesano forti dubbi di irregolarità nella gestione dei bilanci del partito con l'ammanco di alcuni milioni di euro.
Approvato così il parere della giunta per le Immunità che aveva dato il via libera alla richiesta di arresto avanzata dalla procura di Roma nei confronti dell'ex tesoriere della Margherita. Il senatore da questo momento ha 24 ore per costituirsi nel carcere di Regina Coeli.
«Sono una persona che sta vivendo un incubo» dice Lusi subito dopo il voto. Il senatore poi ha chiesto al commesso di avere il tabulato delle votazioni. Dopo aver guardato con attenzione il documento e averne sottolineato delle parti, ha rimesso tutte le sue carte nella borsa e ha lasciato il Senato, senza salutare nessuno. «Vi dispiace se dico che non ne approfitto ma vado dove devo andare», dice ai giornalisti che lo aspettavano fuori da Palazzo Madama. Lusi andrà ora con i suoi avvocati nella villa di Genzano, ai castelli romani, in attesa dell'arrivo della Guardia di Finanza, che dovrà eseguire la misura cautelare. 
Il Senato aveva ascoltato in silenzio per circa mezz'ora l'intervento dell'ex tesoriere della Margherita. Quando aveva finito di parlare, in un'Aula attentissima e stranamente silente, nessuno gli aveva stretto la mano o gli aveva rivolto la parola, neanche il suo collega Alberto Tedesco, per il quale l'Aula di Palazzo Madama negò tempo fa l'autorizzazione all'arresto. Nella stessa fila, ma a cinque posti di distanza, il segretario dell'Api Francesco Rutelli aveva ascoltato in silenzio l'intervento del suo ex amico prendendo appunti e inviando sms con il telefonino. Soltanto quando Luigi Lusi aveva parlato di «un anomalo traffico telefonico di Rutelli per evitare che si chiedesse il voto segreto», l'ex sindaco di Roma aveva scosso visibilmente la testa riprendendo a scrivere appunti.

Il Pdl, come annunciato, 
è uscito dall'Aula al momento della votazione. La linea era emersa nel corso del gruppo al Senato. «Lasciamo la sinistra di fronte alle sue responsabilità: per questo non parteciperemo al voto», aveva annunciato il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri: «sappiamo bene di essere totalmente estranei a queste vicende e non volgiamo correre il rischio di essere strumento di un regolamento di conti altrui», aveva detto.

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