POTENZA - La Corte di appello di Potenza, accogliendo il ricorso della Fiom, ha ordinato alla Fiat di reintegrare nello stabilimento di Melfi i tre operai (due dei quali delegati proprio della Fiom) licenziati nell'estate del 2010. Erano stati accusati dai dirigenti del Lingotto di aver bloccato un carrello durante uno sciopero interno.
I tre dipendenti di Melfi sono iscritti Fiom, due dei quali delegati del braccio metalmeccanico della Cgil. Il sindacato aveva fatto il primo ricorso contro Fiat per comportamento antisindacale una settimana dopo il licenziamento ottenendo dal tribunale, il 9 agosto 2010, il reintegro in azienda dei tre operai.
L'azienda torinese aveva poi presentato ricorso sul merito della decisione del giudice sul provvedimento d'urgenza, ottenendo soddisfazione nel luglio 2011 dal giudice del lavoro del tribunale di Melfi, Amerigo Palma, che si è espresso contro il reintegro. Oggi la sentenza in appello, che ha dato ragione ai lavoratori.
Fiat ricorrerà in Cassazione contro la sentenza della Corte d'Appello di Melfi, su cui "seguendo la linea già tenuta nei precedenti gradi di giudizio" non intende fare commenti. L'azienda sottolinea che "considera inaccettabili comportamenti come quelli dei tre lavoratori: proseguirà le azioni per impedire che simili condotte si ripetano".
L'azienda torinese aveva poi presentato ricorso sul merito della decisione del giudice sul provvedimento d'urgenza, ottenendo soddisfazione nel luglio 2011 dal giudice del lavoro del tribunale di Melfi, Amerigo Palma, che si è espresso contro il reintegro. Oggi la sentenza in appello, che ha dato ragione ai lavoratori.
Fiat ricorrerà in Cassazione contro la sentenza della Corte d'Appello di Melfi, su cui "seguendo la linea già tenuta nei precedenti gradi di giudizio" non intende fare commenti. L'azienda sottolinea che "considera inaccettabili comportamenti come quelli dei tre lavoratori: proseguirà le azioni per impedire che simili condotte si ripetano".
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