mercoledì 18 dicembre 2013

I pm negano a Berlusconi il permesso di andare a Bruxelles per il vertice Ppe

MILANO - I pm dell'ufficio esecuzione di Milano hanno respinto la richiesta avanzata dai legali di Silvio Berlusconi di poter partecipare al vertice Ppe che si terrà giovedì a Bruxelles. Di fronte alla richiesta di nulla osta temporaneo dopo il ritiro del passaporto per l'ex premier, in seguito alla condanna definitiva per frode fiscale, i magistrati hanno risposto con un no definitivo: la legge numero 1185 del 1967 "non consente alcun tipo di eccezione".
Neppure il richiamo della difesa del Cavaliere, secondo la quale la creazione dell'area Schengen, dove si intende libera la circolazione delle persone, ha sostanzialmente allentato le restrizioni precedentemente previste per i condannati dalle legislazioni nazionali, lascia margini ai legali: "Schengen prevede l'abolizione dei controlli alle frontiere, ma non prevede la possibilità di muoversi senza documenti validi per l'espatrio", fanno sapere fonti della Procura.
A questo punto ai legali di Berlusconi non resta che tentare un incidente di esecuzione ma i tempi non sarebbero così stretti: Berlusconi è destinato a saltare l'appuntamento di giovedì al quale è stato invitato dal presidente Joseph Daul.

Prima della decisione dei pm sulla questione era intervenuto Sandro Bondi. "Se la magistratura dovesse impedire al presidente Berlusconi di recarsi al vertice del Ppe, senza che nessuna voce delle istituzioni avverta il dovere di segnalare una grave anomalia della nostra vita democratica - aveva dichiarato Bondi -consiglierei  ad Angelino Alfano di declinare l'invito per onorare una storia di cui ha fatto parte e per sollevare un problema che riguarda la nostra democrazia, che pure il suo partito solleva almeno nelle enunciazioni di principio".

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