ROMA - "Ho incanalato tutta la rabbia in questo movimento. Dovrebbero ringraziarci uno ad uno: se noi falliamo l'Italia sarà guidata dalla violenza nelle strade". Lo dice il leader di M5S Beppe Grillo in un'intervista al magazine Time mettendo in guardia che se il suo movimento fallirà "questo accadra". Tutto è iniziato qui: il Fascismo, le banche. Abbiamo inventato il debito e anche la mafia. Se la violenza non è iniziata qui" è grazie al nostro movimento, afferma Grillo. "Vogliamo il 100% del Parlamento, non il 20% o 25% o 30%: quando il movimento arriva al 100%, quando i cittadini diventeranno lo stato, il movimento non avrà più bisogno di esistere. L'obiettivo è quello di estinguere noi stessi".
Dalle pagine del suo blog, poi, Grillo se la prende ancora una volta con i media. Il leader del M5S stavolta ce l'ha con i conduttori televisivi per il "lavoro di sputtanamento" nei confronti del Movimento: "Sono pagati per quello dai partiti", sostiene, sottolineando che "l'accanimento delle tv ha raggiunto limiti mai visti". E per questo chiede di "rivedere anche i contratti di concessione per le televisioni private".
"L'accanimento nei confronti del M5S è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti", così scrive e cita "il folle assalto all'albergo Universo a Roma dove si sono incontrati lunedì i neo parlamentari del M5S". "Scene da delirio - aggiunge - . Questa non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di diffamazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica. Le televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto. Le Sette Sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda".
"La nuova sortita contro l'informazione, i giornalisti e le televisioni è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico. Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni", ha attaccato il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi.
"Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio, era mai arrivato a tanto - ha proseguito il leader del sindacato dei giornalisti - noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse da chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti. Legittimamente i giornalisti fanno domande nell'interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo".
"La nuova sortita contro l'informazione, i giornalisti e le televisioni è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico. Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni", ha attaccato il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi.
"Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio, era mai arrivato a tanto - ha proseguito il leader del sindacato dei giornalisti - noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse da chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti. Legittimamente i giornalisti fanno domande nell'interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo".
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