venerdì 1 marzo 2013

Cellino rifiuta i domiciliari. “Uscirò quando verrà dimostrata la mia innocenza”


CAGLIARI - Il Tribunale dei riesame ha concesso gli arresti domiciliari al presidente del Cagliari, Massimo Cellino, in carcere dal 14 febbraio con l'accusa di tentato peculato e falso, nell'ambito dell'inchiesta per i lavori dello stadio Is Arenas. Ai domiciliari anche il sindaco e l'assessore ai Lavori pubblici di Quartu, Mauro Contini e Stefano Lilliu. Cellino ha però rifiutato: "Resto in cella fino a quando sarà dimostrata la mia innocenza".  "Il presidente Cellino ha ritenuto di dover uscire solo quando verrà riconosciuta la sua estraneità alla vicenda, perché lui non ha fatto nessuna irregolarità". Cosi' l'avvocato Benedetto Balleri che ha incontrato in carcere il presidente del Cagliari che gli ha confermato il rifiuto dei domiciliari.
La decisione dei giudici del Tribunale del Riesame, di concedere i domiciliari agli arrestati (Cellino, il sindaco e l'assessore del Comune di Quartu), arriva dopo il colpo di scena di ieri quando l'accusa a carico dei tre si è trasformata da tentato a peculato consumato. La Procura, infatti, ha depositato alcuni documenti che proverebbero un passaggio di denaro dalle casse comunali a quelle dell'azienda, di Antonio Grussu (attualmente ai domiciliari assieme ai funzionari del Comune di Quartu Pierpaolo Gessa e Andrea Masala nell'ambito della stessa inchiesta) che ha eseguito alcuni lavori per l'impianto sportivo. Si tratta di oltre 360 mila euro pubblici destinati al Piano integrato d'area (Pia) Serpeddì-Is Arenas che, invece, sarebbero stati utilizzati per costruire alcune strutture dello stadio.

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