venerdì 8 giugno 2012

Una teste del processo Ruby: “Sesso con Berlusconi? Sono fatti miei”. E Nicole Minetti? “Sì, si spogliava…”


Johanna Visan

MILANO - Sesso con Silvio Berlusconi? "Sono cose che riguardano la mia intimità e non intendo rispondere". Anche a rischio di una incriminazione per reticenza la romena Johanna Visan, una delle tante ospiti alle serate a Villa San Martino, sentita oggi come testimone nel processo sul caso Ruby a carico dell'ex premier, si è rifiutata di rispondere alla domanda rivolta sia dal pm Antonio Sangermano che, al termine del suo interrogatorio, dai giudici del collegio. Sulla stessa linea, alla domanda se abbia mai ricevuto soldi da Berlusconi dopo rapporti sessuali, la giovane rumena ha detto di frequentare "il presidente da 4 anni e non si può ridurre un rapporto così a questo". 
"Da Silvio Berlusconi ho ricevuto solo aiuti economici come da un buon papà e consigli a riprendere gli studi lasciando perdere la carriera di fotomodella", ha detto, invece, Barbara Faggioli, una delle ragazze frequentatrici dei party di Arcore spiegando che le feste "erano serate normali, si ballava, si cantava". La ragazza ha escluso di aver visto denudamenti e scene di sesso. 
La giovane Johanna ha poi raccontato di essere stata molte volte ad Arcore e di essere stata aiutata dall'ex premier che le pagava "l'affitto e le bollette. Ma io non ho mai visto chi pagava. So che se ne occupava Nicole Minetti e pagava il ragioniere (Giuseppe Spinelli, ndr)". Ancora oggi, ha affermato la Visan "vivo in una casa le cui spese sono sostenute dal presidente". Di Ruby dice poco, solo di averla vista ad Arcore e di aver sentito che diceva di avere 24 anni, di essere egiziana "di buona famiglia ma abbandonata in Italia". Quanto alle serate "dopo cena si scendeva in un locale e si ballava. A volte qualcuna delle ragazze di esibiva ma io stavo a guardare. Per me non c'era tutto questo erotismo e volgarità". Poi, rispondendo alle domande del presidente del Tribunale, la teste ha affermato di aver visto "Nicole Minetti esibirsi". In che modo? "Ballava, si muoveva in modo femminile e sì, si spogliava" ma non completamente "restava con le mutandine".
«Io provengo dal Marocco e Mubarak è egiziano. Il Marocco e l'Egitto sono due cose diverse». Lo ha detto in aula al processo Mohammed el Marough, il padre di Ruby citato come testimone. L'uomo, oltre a negare la parentela con l'ex rais, ha escluso di aver mai impedito che sua figlia andasse a scuola e di averla picchiata. Inoltre ha aggiunto di non averle mai versato addosso, come lei aveva detto, olio bollente, ma che quell'episodio fu «un incidente domestico» che ebbe in Marocco quando sua figlia aveva 1 anno. Alla domanda del pm Sangermano che gli ha chiesto per quale motivo la ragazza scappava sempre di casa, il padre di Ruby ha risposto «perchè voleva vivere come i ricchi». Il signor Mohammed el Marough ha anche detto di non aver litigato con la figlia: «Volevo darle solo delle regole». Regole religiose? «No, di vita» ha aggiunto.

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