DESIO (Monza) - I carabinieri del Gruppo di Monza e della Compagnia di Desio hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di tre persone ritenute coinvolte nell'omicidio di Franca Lo Jacono, la 61enne uccisa, con una coltellata alla gola, all'interno del suo box-auto a Desio. La vittima era consuocera di un imprenditore ammazzato il 14 novembre nella stessa cittadina lombarda. Secondo i militari l'episodio non sarebbe di stampo mafioso.
Sono due desiani e un padernese tutti incensurati gli arrestati: Antonio Giarrana, 29 anni, Antonino Radaelli, 51 anni, entrambi di Desio e Raffaele Petrullo, 33 anni di Paderno Dugnano sono stati sottoposti a fermo per rapina aggravata e omicidio aggravato e Radaelli e Giarrana, i due presunti esecutori materiali dell'omicidio, anche per porto abusivo di arma.
I nomi dei tre fermati infatti non hanno legami con la criminalità organizzata. Per i carabinieri i malviventi volevano rapinare la vittima pensando avesse ingenti somme con sé. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del gruppo di Monza e della compagnia di Desio, Giarrana, originario di Ravanusa, lo stesso paese siciliano dove era nato Paolo Vivacqua, l'imprenditore ucciso a novembre del 2011 nel suo ufficio, sarebbe stato informato che la Lo Jacono, consuocera di Vivacqua, quella sera sarebbe rientrata a casa dalla figlia con molto denaro contante. I tre si sarebbero organizzati per rapinarla. Petrullo ha fatto da palo attendendo l'arrivo della donna, mentre Giarrana e Radaelli l'hanno aspettata in garage. Al suo arrivo, tutti con il volto coperto, l'hanno aggredita chiedendole il denaro, che forse, però, la donna non aveva.
Dopo il tentativo fallito di ucciderla con la pistola, che si è inceppata, la Lo Jacono sarebbe riuscita a strappare l'arma a uno degli assassini che l'hanno quindi aggredita mortalmente con il coltello. Nella colluttazione Radaelli si sarebbe ferito ad una mano. Una ferita profonda, il sangue ha lordato il garage e poi la via di fuga.
Una scia seguita anche dai carabinieri che strada facendo hanno trovato una borsa, forse portata dalla banda per metterci il denaro, con dentro il coltello usato per l'omicidio. Capolinea, l'abitazione di Radaelli, in via Partigiani d'Italia all'angolo con via Pozzo Antico. I militari hanno anche verificato dove il ferito si fosse fatto medicare e hanno scoperto che il suo nome era stato registrato al pronto soccorso dell'ospedale di Desio.
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