I due ostaggi alla conferenza stampa assieme alle autorità somale |
MOGADISCIO - Secondo un comunicato stampa l’italo sudafricano Bruno Pelizzari e Deborah Calitz, rapiti dai pirati somali due anni fa mentre erano a bordo del loro yacht, sono stati liberati a seguito di un'operazione da parte dell'esercito nazionale somalo. Il comunicato afferma che il Ministro degli affari esteri ha espresso la sua felicità nel buon funzionamento della Somali National Army, grazie al quale sono stati liberati lo skipper italiano e la sudafricana ostaggi dei pirati.
Parlando alla stampa, Calitz ha detto: "Siamo felici di essere stati salvati dal governo della Somalia. Dobbiamo loro la vita. Siamo stati nelle mani del terrorista per quasi due anni."
Il Primo Ministro della Somalia e il ministro della Difesa hanno detto che i due sono stati salvati in una operazione effettuata dai militari e dalle agenzie di sicurezza in un raid di prima mattina che ha provocato la loro liberazione. Il Ministro ha posato per alcune foto con la coppia che da Gibuti è arrivata a Roma.
Sto bene'' ma ''sono stanco''. ''Era duro, era duro''. Bruno Pellizzari, appena sceso dal Falcon 900 che lo ha riportato in Italia da Gibuti riesce a malapena a parlare, tra commozione e stanchezza, dopo il lunghissimo abbraccio con la mamma Francesca Ardovino che lo ha accolto all'aeroporto militare di Ciampino insieme al capo dell'Unità di Crisi della Farnesina Claudio Taffuri. In un italiano incerto, frammisto a parole d'inglese, risponde quasi a monosillabi alle domande dei giornalisti che lo incalzano, che vogliono sapere. E' dimagrito, provato dalla lunga prigionia ma anche dal blitz che ha portato alla sua liberazione - sulla dinamica del quale non dice nulla - e da un viaggio che gli deve essere sembrato lunghissimo. Pellizzari sussurra un flebile ''sì'' a chi gli chiede se ha avuto paura durante l'incursione delle forze somale e, forse, sudafricane, che lo hanno liberato. Ma sulla quale non sono stati forniti particolari. L'ex ostaggio riesce, sempre con un filo di voce, a dire di ''essere molto contento'' e ''grazie agli italiani che sono venuti a prendermi in Somalia''. Poi ricorda che ha dormito quasi sempre ''per terra'' e che ''il cibo era scarso'', ma non riesce a parlare degli Shabab, gli integralisti che lo hanno sequestrato assieme alla compagna sudafricana Deborah Calitz mentre era a bordo della sua barca a vela 'Sy Choizil' al largo delle coste della Tanzania, anche lei arrivata a Roma.
Pelizzari abbraccia la madre a Ciampino |
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, alla notizia della liberazione, aveva ringraziato ''tutte le istituzioni che con il loro lavoro tenace hanno consentito di giungere al risultato di oggi, al quale hanno fornito un contributo determinante anche le autorità somale del governo federale transitorio. Escluso, da Terzi, il pagamento di un riscatto. Da Johannesburg le sorelle di Bruno parlano di una somma che sarebbe stata concordata con la famiglia, ma che una di loro dice di non sapere se poi sia stata effettivamente versata. Dal governo del Sudafrica è giunto anche il ringraziamento all'Italia ''per il suo ruolo nella liberazione della coppia''.
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