venerdì 8 giugno 2012

Il killer di Brindisi: “Ce l’ho con il mondo intero, è stato un colpo di testa”. Ma il movente manca: e ci sono complici?


Giovanni Vantaggiato e il momento in cui fa scoppiare l'ordigno da lui costruito

BRINDISI - Manca il movente. Il killer di Brindisi ha un nome e un volto, quello di Giovanni Vantaggiato, 68 anni, di Copertino (Lecce) che ha ammesso di aver causato, con l'utilizzo di un ordigno composto da bombole di gas azionate con un telecomando, l'esplosione del 19 maggio scorso di fronte all'istituto Morvillo Falcone, costato la vita a Melissa Bassi, studentessa sedicenne di Mesagne. Il perché del gesto, invece, resta tuttora poco chiaro. 
"Sì, sono stato io". Sono state queste le parole con cui Vantaggiato ha confessato il crimine. Alle domande che sono seguite, ha risposto solo con "sì'", "no", e "non so". Alla domanda se avesse agito con l'aiuto di altri, l'imprenditore ha risposto di no. Sono proprio tutti questi "non so" ad insospettire investigatori e magistrati fino a far sorgere il dubbio che l'uomo non abbia detto tutto quello che si nasconde dietro l'attentato. L'attentatore, nei verbali pubblicati da "Repubblica" ammette di aver sbagliato ad uccidere Melissa: "E' stato un colpo di testa - dice - che volete fare? Ho fatto tutto da solo... ce l'ho col mondo intero, prima si lavorava e si guadagnava. Ora non più". Ma gli inquirenti non credono abbia agito senza complici (e mandante).  
Dopo l'attentato, quel 19 maggio, Vantaggiato ha proseguito a comportarsi come nulla fosse anche dopo l'attentato, continuando a lavorare tutto il giorno nella sua azienda, un deposito e rivendita di carburanti agricoli, e a dedicarsi al suo hobby: la cura della sua preziosa barca, uno yacht in legno a motore da 50 piedi. Alla barca Vantaggiato dedicava le ore libere della giornata e i fine settimana. Nemmeno una settimana fa un artigiano di Copertino, che per lo yacht di Vantaggiato ha realizzato alcune tappezzerie l'anno scorso, ha visto l'uomo sulla darsena di Porto Cesareo (Lecce) dove è ormeggiata l'imbarcazione. ''Stava facendo i lavori di pulizia della carena - racconta - quelli che si fanno annualmente prima di rimettere a mare la barca per le vacanze''.
 "Giovanni Vantaggiato ha ammesso la sua diretta partecipazione all'azione criminale - si legge nel provvedimento con cui il procuratore di Lecce lo ha spedito in carcere - ma non ha voluto indicarne il movente, assumendo un atteggiamento ai limiti dell'offesa dell'intelligenza di chi lo interrogava, tendente evidentemente ad occultare il concorso di altri, nonostante si sia lasciato sfuggire, nel corso dell'interrogatorio, l'uso del plurale con riferimento al trasporto e alla collocazione del bidone con l'ordigno esplosivo, dovendosi quindi ritenere il coinvolgimento di altri e potendosi altresì ipotizzare l'esistenza di un committente".
Dai verbali pubblicati da "Repubblica" emergono anche particolari sui momenti successivi all'esplosione. "Dopo aver premuto il telecomando - racconta Vantaggiato -, mentre c'era il fuoco e le fiamme sono andato via con la mia Sonica e sono tornato a lavorare al mio deposito". Dell'inferno lasciatosi alle spalle l'uomo ha saputo più tardi attraverso i mezzi di informazione. "Non ero preoccupato. Ho visto il video in televisione e ho pensato che non potevo essere riconosciuto e poi sono andato a farlo nella scuola di Brindisi perché lì nessuno mi conosceva e quindi non mi poteva denunciare nessuno". 
Il reato contestato a Vantaggiato e' quello di strage con finalità di terrorismo. Tutta da verificare, tra le altre, l'ipotesi che si sia trattato di un gesto dimostrativo contro il Tribunale di Brindisi, situato alle spalle della scuola, per un presunto torto subito in relazione a una truffa da 300mila euro. Secondo indiscrezioni, il presunto responsabile del raggiro, un imprenditore agricolo del brindisino, avrebbe poi subito due attentati: il primo nel 2008, restando gravemente ferito nell'esplosione di un ordigno realizzato con una bombola di gas e collocato nel giardino della sua abitazione; il secondo nel 2011, quando la sua Audi8 venne data alle fiamme. Gli investigatori starebbero nuovamente indagando sulle due vicende.
"Non provo alcun sentimento per questa persona, e' come se non esistesse - ha affermato Massimo Bassi, il papa' di Melissa -. Non e' un padre di famiglia, se lo fosse stato non sarebbe arrivato a fare questa brutta cosa. E invece tutto potevo pensare, ma quest'uomo ha dei figli, dei nipoti". "Questa svolta - ha detto il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales - disinnesca quanto abbiamo vissuto in questo periodo.
  La nostra e' stata una comunita' colpita al cuore". "So che l'individuazione del presunto colpevole non potra' attenuare il dolore delle famiglie e della comunita' brindisina, ma per noi, assicurarlo alla giustizia, era un impegno morale prima ancora che un dovere giudiziario". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri.

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